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Lamon e Iomerê, c’è il gemellaggio: «Un solo paese diviso dall’oceano»

Firmato l’atto formale che lega l’altopiano al Brasile. Noventa ai tre candidati: «Proseguite questo percorso»

Stefano De Barba
2 minuti di lettura

LAMON. «Siamo una sola comunità, divisa da un oceano». Lamon e Iomerê, l’Italia dell’emigrazione che spopolava interi paesi come i Bellotti e il Brasile della speranza e dei legami mantenuti vivi con passione, da ieri sono più vicini. Uniti dal patto formale di gemellaggio firmato in municipio dal sindaco uscente Ornella Noventa e dalla sua collega brasiliana Luci Peretti, prima donna a capo della cittadina nello Stato di Santa Catarina, una comunità la cui chiesa è una copia fedele del duomo di Lamon.

Lacrime di commozione, abbracci, i canti antichi del coro Monte Coppolo, il collegamento in diretta con la Famiglia Abm di Iomerê, le storie dell’emigrazione e di quel filo sottile che non si è mai spezzato tra l’altopiano e il sud del Brasile: la firma del gemellaggio, atto formale arrivato con il via libera di sei ministeri, è stata una festa del ritrovarsi per le due comunità.

Un giorno reso possibile grazie all’entusiasmo di Yuri Piccoli, arrivato nel 2018 a Lamon dal Brasile sulle tracce delle sue radici. Alla messa ad Arina, durante la festa della Famiglia ex emigranti, il presidente Abm Oscar De Bona lo chiamò a parlare davanti a tutti, a raccontare la sua storia e quella di Iomerê. Riaccendendo il fuoco dei ricordi delle famiglie partite negli anni Trenta – Angelo Corso fu il primo – e dei lamonesi che dopo l’ultima guerra attraversarono il mare per aiutare Iomerê a realizzare un sogno: avere una propria chiesa. Una chiesa che venne costruita proprio ricalcando il modello del duomo del Sacro Cuore di Lamon.

Un riaccendersi di legami che da allora non si è più fermato e che ha portato nel giro di una manciata di anni prima alla firma del patto di amicizia – siglato nel 2019 davanti alla chiesa di Iomerê – e ieri, dopo lo stop imposto dalla pandemia, alla ufficializzazione del gemellaggio in municipio a Lamon.

Legami che hanno continuato a dipanarsi anche ieri. Come quando da Iomerê è intervenuto in videoconferenza il vescovo Cleocir Bonetti per benedire la cerimonia: la sua comunità natale, ha sottolineato il presule, è quella di Sao Valentim, la cittadina gemellata con Santa Giustina.

«Il nostro cuore e il cuore di Lamon sono un solo cuore», ha detto Piccoli, mentre il sindaco Noventa e De Bona rendevano omaggio al suo impegno per riallacciare i legami tra le due comunità.

Ornella Noventa, agli sgoccioli del suo mandato, si è dovuta più volte interrompere per la commozione e, indicando la porzione di parete ancora bianca a fianco dell’affresco sulla storia lamonese che termina con l’immagine degli emigranti in partenza, ha spiegato: «Il mio sogno è quello di veder proseguire questo affresco, con il ritorno alle origini, con le persone del nostro paese che tornano ad incontrare quelle che erano partite».

«Ho creduto moltissimo in questo gemellaggio», ha detto Noventa, che ha invitato espressamente alla cerimonia i tre candidati tra i quali lamonesi sceglieranno il prossimo sindaco. Con lo scopo di lanciare loro un messaggio: «Non lasciate che tutto questo lavoro che abbiamo fatto venga meno, perché Lamon non è solo a Lamon, ma è in tante parti del mondo».

Una necessità di tenere vivi i legami con le terre dell’emigrazione ribadico con forza anche da De Bona: «Se nel Bellunese siamo poco più di 200 mila abitanti, in giro per il mondo ci sono 500 mila discendenti di bellunesi». Bellunesi con il cuore che, come i lamonesi di Iomerê, vogliono mantenere vivi i legami con la terra d’origine.

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