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Auronzo, lo sfidante Vecellio Galeno: se non interveniamo su associazioni e municipalità sarà la fine

In candidato sindaco di “Auronzo per il futuro” enumera le criticità cui si propone di mettere mano

Gianluca De Rosa
2 minuti di lettura

AURONZO. Dario Vecellio Galeno riporta indietro le lancette del tempo. Candidato sindaco per “Auronzo per il futuro”, l’imprenditore 55enne è stato per cinque anni, dal 2012 al 2017, assessore al bilancio della giunta Larese Filon.

Cosa si cela dietro la scelta di tornare sulla scena amministrativa e candidarsi a sindaco di Auronzo?

«Il paese vive un momento difficile. Il problema principale riguarda l’associazionismo che rappresenta l’anima ed il cuore pulsante di ogni comunità, ancor di più se piccola come la nostra. Negli ultimi cinque anni l’associazionismo è stato azzerato. Ci sono realtà che hanno smesso di operare, altre non hanno più una guida. Senza associazioni siamo destinati a morire, la regressione sociale è certa. Bisogna invertire la rotta ed anche velocemente. Il campanello d’allarme è suonato da tempo».

C’è una priorità nel suo programma elettorale?

«Associazioni e municipalità. Il Comune di Auronzo registra una pericolosa empasse. Senza necessariamente additare colpe a qualcuno, allo stato attuale non abbiamo la minima idea di chi faccia cosa all’interno degli uffici comunali. Non sappiamo se c’è un segretario, tantomeno sappiamo qualcosa dei responsabili degli uffici tecnico ed amministrativo. Bisogna rimettere in moto la macchina, impensabile guardare oltre senza avere a disposizione uno strumento efficiente per far girare le cose. Da fuori nessuno è in grado di sapere con certezza come stanno le cose. Potremo capirle solo una volta eletti. La priorità è questa, con una certezza: ci vorrà tempo e pazienza per far ripartire il paese».

Uno dei temi più discussi negli ultimi anni chiama in causa il palaghiaccio: che idee ci sono in merito?

«Va abbattuto, bisogna avere coraggio. Servono scelte forti, la struttura così com’è rappresenta un costo per la comunità anche da chiuso ed inagibile. Non ci metteremo sopra neanche un euro per il solo obiettivo di allungare l’agonia, bisognerà pensare come ricostruirlo e con quali modalità. Il futuro del palaghiaccio va condiviso con la gente. Servirà tempo anche qui. Nel frattempo noi abbiamo già pensato ad una alternativa per permettere alle associazioni di continuare ad operare sul territorio. Noleggeremo una pista da pattinaggio, abbiamo anche già individuato dove collocarla. Il noleggio di piste da pattinaggio è tanto in voga, anche nelle grandi città».

Altro tema spinoso riguarda il pala Tre Cime...

«Rappresenta una ferita per noi visto che quel progetto porta la firma della giunta Larese Filon. Perché non venga utilizzato resta un mistero. Viene messo a disposizione della Lazio e saltuariamente delle scuole da quel che ci è dato sapere. Quindi dovrebbe avere l’agibilità. Ripartiremo da qui, dall’agibilità, con una certezza: il pala Tre Cime deve essere messo a disposizione della cittadinanza senza condizionamenti. L’obiettivo, quando lo abbiamo pensato, era questo. Se dovessimo riscontrare delle incongruenze nel progetto che ne precludono l’utilizzo chiederemo i danni».

Il capitolo Lazio?

«C’è un contratto in essere fino al 2023, verrà rispettato. La Lazio è stata ed è una risorsa per Auronzo anche se i costi sono lievitati esponenzialmente negli ultimi anni arrivando a sfiorare i 500mila euro. L’ambito turistico sportivo va ripensato con progetti a misura con ciò che offre il paese e la montagna. Riporteremo iniziative legate al cicloturismo e confermeremo le gare di canoa sul lago di Santa Caterina».

Sul fronte promozione turistica cosa va fatto?

«Va rilanciata l’attività del consorzio turistico e, contestualmente, occorre lasciare spazio di manovra a quegli enti operanti sul territorio preposti a produrre turismo tipo le società che gestiscono impianti di risalita. Servono attività specifiche coordinate, l’iniziativa a spot si è visto che non produce nulla di concreto».

Chiusura a tema libero...

«Non voglio essere un sindaco protagonista, non ce l’ho nelle corde. Rappresenterò una squadra di persone accomunate da idee e passione. Ognuno avrà un compito preciso, costruito sulla base delle sue competenze».Gianluca De Rosa

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