Telemedicina per le Dolomiti: il territorio chiede impegni e date
Il direttore della sanità veneta oggi a Pieve, atteso l’annuncio sulle piazzole dell’eliambulanza
Francesco Dal MasPIEVE DI CADORE. Le piazzole dell’elisoccorso, a Pieve di Cadore, dovrebbero essere consegnate entro metà luglio. L’annuncio è atteso questo pomeriggio da parte del direttore dell’Azienda sanitaria, Maria Grazia Carraro, al convegno sulla sanità in montagna organizzato dalla Magnifica Comunità del Cadore, alle 17, all’auditorium Cos.Mo. Ma l’appuntamento è importante anche per altri progetti che potrebbero essere illustrati dalla stessa Carraro e da Luciano Flor, direttore generale Area sociosanitaria della Regione Veneto. Anzitutto l’implementazione del servizio di urgenza ed emergenza: sia qui a Pieve di Cadore che ad Agordo.
«Si tratta in particolare di assicurare la presenza di un anestesista e di un medico chirurgo – spiega il sindaco Giuseppe Casagrande, sottolineando che si tratta dell’attesa “probabilmente più forte” delle popolazioni del Comelico, dell’Ampezzano oltre che del Cadore -, pronti ad intervenire in caso di emergenza, tutti i giorni e 24 ore al giorno». Quindi non a singhiozzo.
Guido Trento, a capo del Coordinamento popolare per gli ospedali di Pieve di Cadore e di Agordo, fa sapere di averne già peraltro con Flor, osservando che non si pretende ovviamente l’autonomia dei due servizi, ma il coordinamento con l’ospedale di Belluno. Come dire che l’investimento sarebbe contenuto. Oltretutto – osserva Casagrande – la figura dell’anestesista è già previsto con il consolidamento del servizio di elisoccorso. Viva l’attesa per una terza disponibilità: verso la telemedicina. Il direttore Carraro e Flor – si assicura – faranno al riguardo significative anticipazioni.
Per tutta una serie di esami, in sostanza, il paziente del Comelico, anziché recarsi all’ospedale di Pieve di Cadore, potrà fermarsi negli ambulatori del distretto a Santo Stefano di Cadore, e qui ricevere le prestazioni. Non solo, alcune di queste raggiungeranno il paziente a casa, specie se questi ha difficoltà a muoversi. L’ospedale a domicilio, verrebbe da dire. «E’ una rivoluzione culturale, prima ancora che sanitaria – ammette il sindaco Casagrande – che va puntualmente compresa dagli utenti della sanità, i quali sono troppo abituati a ricorrere all’ospedale per ogni prestazione. Quindi il consiglio che mi permetterò di dare ai responsabili dell’Amministrazione sanitaria è di fare anzitutto ‘cultura’ su queste possibili opportunità».
La Magnifica ha organizzato l’evento nell’ambito dell'ambizioso progetto Green Deal 2030 sul futuro del Cadore. Futuro che passa anzitutto per la sanità, come è convinta Giustina De Silvestro, già direttrice di Medicina Trasfusionale a Padova e ora consulente dell'Azienda Zero, e che rappresenta il suo paese, Domegge, all’interno della Magnifica.
De Silvestro porterà il proprio contributo, insieme ad Andrea Colucci, medico di base e a Luciano Gallo, curatore del progetto Green Deal Cadore 2030. «E’ indispensabile programmare il futuro della nostra sanità cadorina insieme a quella di tutta la montagna veneta – ribadisce la professoressa De Silvestro – e bisogna farlo al più presto anche perché adesso ci sono le risorse che in futuro potrebbero non esserci più e perché ci sono alcuni interventi che si possono fare subito come la strutturazione organizzativa emergenziale in grado di garantire, in caso di bisogno, a chi vive in montagna le medesime opportunità di chi vive in pianura e in città. E qui entra in gioco il futuro dell’Ospedale di Pieve con la sua centrale del 118 con il volo notturno e con il suo Pronto Soccorso come presidio strategico per chi abita nella parte alta della provincia di Belluno».
Attese da Flor rassicurazioni anche in merito al personale. I temi che verranno affrontati - sottolinea dal canto suo Trento - riguardano di fatto anche l’ospedale di Agordo, quindi è importanti che gli impegni in assunzione da parte delle nostre autorità sanitarie, siano considerati anche nella ricaduta per l’Agordino.
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