«Più servizi alla montagna bellunese», le ricette dei candidati al Senato
Aspiranti parlamentari a confronto su spopolamento, infrastrutture e turismo. Le Olimpiadi di Cortina rimangono centrali tra molti pro e un contrario
Irene Aliprandi
Spopolamento, infrastrutture e turismo nel Bellunese. Sono questi i tre temi sui quali si sfidano i candidati nel collegio uninominale del Senato: Luca De Carlo (centrodestra), Paolo Galeano (centrosinistra), Paola Bergamo (Azione), Flavio Baldan (M5S) e Gabriella Cassol (Unione Popolare). Nel complesso, però, ci sono altri quattro candidati: Alberto Poli (Vita), Roberto Levi (Italexit), Loredana Veronese (Italia Sovrana) e Massimiliano Zannini (Alternativa).

SPOPOLAMENTO
È il potenziamento dei servizi, per tutti, l’investimento più importante per combattere lo spopolamento. «C’è una visione importante proposta dal programma del Partito Democratico», afferma Galeano, «che recupera e valorizza il concetto di prossimità che è tradotto nello slogan “territori in 30 minuti”. Tale visione vuole restituire alle persone il diritto di abitare là dove nascono e scelgono di vivere. Ciò significa investire sui servizi di prossimità, sul sostegno al commercio di vicinato, sulla medicina e la sanità effettivamente prossima e vicino al territorio, su una vera cultura di tutela e cura del suolo e dell’ambiente, è continuare con la legge sulla montagna che prevedeva ad esempio incentivi per gli insegnanti che vogliono andare o tornare a svolgere il loro lavoro nei territori montani».
«Lo spopolamento della montagna si combatte con infrastrutture e servizi», dice De Carlo, «per le imprese e per la famiglia. Si parte sostenendo gli enti locali: asili nido, scuole, strutture sportive; e la possibilità di fare impresa. Servono posti di lavoro, vanno mantenuti e rafforzati i servizi pubblici di eccellenza e razionalizzati gli altri, e bisogna lasciare libertà di impresa che coniughi sviluppo socio-economico e rispetto ambientale, il tutto senza doversi continuamente confrontare con i comitati del “no a prescindere”».

Per Bergamo: «Bisogna investire su beni e servizi per il territorio in modo che le famiglie e i giovani preferiscano restare in questi luoghi che devono essere trasformati in una “zona franca” a forte detassazione. Servono aiuti economici alle famiglie che decidono di fare figli. Il Family Act del Terzo Polo va in questa direzione con bonus, contribuzioni e detrazioni in aiuto di famiglie, e lavoro femminile. Interventi in coerenza con il Pnrr».
«Spopolamento ed invecchiamento nella provincia di Belluno vanno di pari passo», rileva Cassol, «e la ragione principale è la mancanza di servizi quali trasporto pubblico, presidi medici e di pronto soccorso, scuole materne, servizi postali bancari, comunicazioni degne di tale nome e abitazioni in affitto. Proponiamo una politica abitativa che faciliti l’insediamento di chi potrebbe trovare lavoro in questa provincia, presidi medici di prossimità e servizi socio implementati, con l’assunzione degli operatori sanitari delle coop».
«Il problema demografico riguarda tutto il nostro Paese ed è drammatico, anche se non viene dibattuto in questa campagna elettorale con il giusto peso», mette in luce Baldan. «Il problema della natalità (siamo l’ultimo paese in Europa), cammina in parallelo con quello dell’invecchiamento della popolazione. Trovare soluzioni non è semplice, anche con riguardo a casi emblematici come Belluno, ma il potenziamento dei servizi, a partire dalla sanità, è il presupposto essenziale».

INFRASTRUTTURE
Lo stato precario delle infrastrutture bellunesi è chiaro a tutti, ma ci sono visioni differenti: «Il territorio della montagna è fragile e anche più vulnerabile a causa dei cambiamenti climatici ed è necessario intervenire massicciamente per fermare i dissesti idrogeologici con investimenti», dice Bergamo. «Fondamentale che accanto alla Protezione Civile sia creata una Protezione Civile Sanitaria. Serve investire sui trasporti migliorando i collegamenti, va inoltre data esecuzione al piano Italia a 1 Gigabit, anch’esso finanziato dal Pnrr, per la larga diffusione anche in montagna di Internet con connessione in Fibra».
«Il nostro territorio non necessita di grandi infrastrutture», sottolinea Cassol, «ma di una cura costante del territorio da nord a sud siamo contrari a infrastrutture come l’autostrada o a tutte quelle paventate per i giochi olimpici quali mega parcheggi impianti costosissimi quali la pista di bob che non danno risposte ad un territorio fragilissimo come quello provinciale. Bisogna prendersi cura dei boschi e dei terreni prealpini con un piano di antropizzazione che vede l’agricoltura di montagna al primo posto, necessitiamo di manutenzione viaria su strade locali da Lamon a Comelico Superiore. Non necessitiamo di infrastrutture necessitiamo di riprendere in mano anche il potere di decidere noi cittadini tutti che abitiamo questa provincia cosa fare sul nostro territorio».

Baldan si concentra sulle opere per Cortina 2026: «Il M5S è favorevole al potenziamento dell’attrattiva della valle del Boite. Questo, secondo noi, passa attraverso il restauro architettonico e paesaggistico degli impianti olimpici del 1956 (trampolino di Zuel, Stadio Olimpico del Ghiaccio e Pista da Bob) che potrebbero diventare uno straordinario attrattore di turismo storico-sportivo internazionale».
«Penso anzitutto che si debba fortemente lavorare per la sicurezza idrogeologica del territorio», sintetizza Galeano, «e per la sua infrastrutturazione dal punto di vista della connessione digitale».
De Carlo aggiunge: «Pubblico e privato devono poter contare su reti digitali veloci. C’è poi il tema annoso dei collegamenti viari: il nodo dell’Alemagna (dovremo valutare se gli interventi di questi anni si riveleranno sufficienti) e quello verso l’Agordino, e di strettissima urgenza è la questione della Galleria Comelico: serve al più presto una soluzione condivisa e poi ragionare su una viabilità alternativa stabile. Infine, da sindaco di Calalzo, non posso che spingere per la realizzazione del Treno delle Dolomiti».
TURISMO
Ancora Olimpiadi, ma anche consapevolezza e qualità del territorio sono le linee comuni sul turismo. «Il turismo è una risorsa fondamentale per la montagna, ma non dobbiamo pensare ad una “bomboniera” che viene vissuta dai soli vacanzieri bensì ad un territorio che viene apprezzato dai turisti perché continua ad essere curato dalla sua comunità che lo vive e che lo ama», afferma Galeano, «un luogo dove i turisti ritrovano l’autenticità dei valori di quella terra».
«La nostra terra può offrire al turista qualunque esperienza desideri», ricorda De Carlo, «abbiamo piste ciclabili, luoghi d’arte e di cultura, piste da sci per l’inverno e sentieri per l’estate, e il tutto circondato dalle montagne più belle del mondo. Dobbiamo preservare e mantenere questa offerta, sviluppando le reti e le collaborazioni e coniugare rispetto dell’ambiente ed esigenze del territorio. Per questo, io sono sempre stato in prima fila a favore della realizzazione del collegamento sciistico tra il Comelico e la Pusteria».

Secondo Baldan: «La Pandemia prima, l’attuale crisi energetica ed il cambiamento climatico hanno dimostrato quanto località che vivono di turismo possano andare in grande difficoltà. È per questo che si devono trovare forme di intervento diretto, sul modello Venezia, volte a sostenere gli operatori quando si verificano negatività di questo tipo. Occorre pensare ad una forma di “specificità” particolare della provincia di Belluno all’interno della regione Veneto».
«Il turismo presuppone professionalità e una politica di sviluppo che allunghi la stagionalità per le imprese del settore», sottolinea Bergamo. «Servono scuole di formazione della forza lavoro e aiuti agli imprenditori che investano nella riqualificazione delle strutture e moderni impianti sportivi. È fondamentale puntare sugli eventi sportivi che facciano da volano per il turismo nel rispetto del territorio. Fondamentale investire su eventi culturali».
«Scontiamo un turismo di seconde case di grandi alberghi Il turismo», incalza Cassol. «Dobbiamo promuovere un turismo su 12 mesi con la valorizzazione del patrimonio naturalistico ma anche enogastronomico, promuovere l’albergo diffuso e tutte quelle modalità di vacanza slow ma soprattutto micro. Non abbiamo bisogno di grandi eventi quali le Olimpiadi che lasciano disastri economici e disastri ambientali i soldi stanziati per questo evento potrebbero essere usati per valorizzare ed aumentare gli standard turistici di tutta la provincia».
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