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La chiesa bellunese: «Voto responsabile e basta strumentalizzazioni»

La nota della Pastorale sociale: non vogliamo dare indicazioni né lavarci le mani. I temi cari: impegno sociale, ambiente, lotta allo spopolamento della montagna

Francesco Dal Mas
2 minuti di lettura

È davvero indifferente la Chiesa di Belluno Feltre alle prossime elezioni? «Nient’affatto, è molto preoccupata», risponde don Davide Fiocco, direttore delle Ufficio Comunicazioni. «E lo afferma chiaramente la nota della Pastorale sociale e del lavoro in diffusione». Ecco infatti che cosa dice fin dalle prime righe.

«Non vogliamo “lavarci le mani” e non vogliamo lasciare ad altri l’utilizzo di segni e parole che fanno parte della nostra storia, passata e presente». Sembra un richiamo mirato? A Fratelli d’Italia per quel “Dio, patria, famiglia” di Giorgia Meloni? O alla croce Tau che Salvini esibisce? «Nessun riferimento implicito, tanto meno esplicito a forze politiche, ma», spiega don Fiocco, «un rispettoso invito a non strumentalizzare il mondo cattolico».

Riscontriamo, dunque, il documento della Pastorale sociale e del lavoro che – conferma sempre don Fiocco – «ovviamente è condiviso dal vescovo», Renato Marangoni.

L’analisi è subito critica. «Ci avviciniamo a grandi passi alle prossime elezioni e intorno a noi sentiamo un certo sconcerto, una sensazione di vuoto; sembrano mancare i riferimenti, i temi paiono scontati anche quando riguardano scenari che fino a poco tempo fa nessuno pensava che si potessero presentare». La Pastorale sociale parla di «sconcerto», precisando che «è spesso accompagnato da una sorta di impotenza, dalla sensazione di non contare nulla, come se tutto fosse già deciso sopra le nostre teste, ma soprattutto al posto delle nostre teste». Ecco perché «non possiamo stare zitti, non possiamo lasciare che tutto accada, non possiamo rinunciare a dire la nostra: la Chiesa vuole essere ancora protagonista».

Si ritorna ai tempi della Dc? Nient’affatto. «Non vogliamo indicare chi votare e chi no, come magari accaduto in passato, ma affermando chiaramente cosa a noi sta a cuore». L’impegno sociale, anzitutto. Specie in un momento, come questo, di crisi. E poi l’ambiente, il territorio, le famiglie della montagna bellunese. Il contrasto allo spopolamento.

La Chiesa di Belluno Feltre raccomanda di «non fermarsi e di non limitarsi a una sterile e spesso inconcludente valutazione del comportamento della nostra classe dirigente», ma invita «a fare un passo ulteriore con il quale noi stessi, ovunque si sia e qualunque sia il nostro impegno all’interno della società, dovremmo chiederci: noi cosa chiediamo? Che sogno abbiamo per la nostra Nazione? Come possiamo partecipare alla vita della città, del territorio, del Paese?».

Un vero e proprio esame di coscienza, quello proposto dalla Pastorale sociale e del lavoro della Diocesi. Che ieri sera insieme all’Azione Cattolica, le Acli, l’Agesci, Comunione e Liberazione e al Movimento dei Focolari ha consultato, in un pubblico incontro, i candidati delle diverse forze politiche. Con una difesa di chi, comunque, s’impegna a livello politico.

«Negli ultimi anni è stato fatto di tutto, a tutti i livelli – e forse noi stessi ne siamo stati artefici – per definire la politica come qualcosa di brutto, di sporco; i politici sono stati identificati come una casta, corrotti, privi di principi se non quello del proprio tornaconto personale». Inutile ricordare che la storia e la giurisprudenza hanno riscontrato, in alcuni casi, come fondate queste affermazioni, ma questo ha portato ad una generalizzazione che non aiuta la crescita verso il «bene comune». E non aiuta neppure la legge elettorale con cui si va al voto e che «oggi tutti definiscono sbagliata».

Esplicito il rimpianto per il governo Draghi («abbiamo potuto notare una grande mobilitazione della società civile»). Tanto più esplicito, pertanto, il richiamo ad un voto “responsabile”.

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