Gli alloggi popolari non bastano a Belluno. Più di duecento famiglie in attesa
Ater pubblica il nuovo bando per le graduatorie, richieste entro il 22 dicembre. Nel 2022 riassegnati cento appartamenti a fronte di trecento domande
Alessia Forzin
Sono oltre duecento le famiglie residenti in provincia di Belluno che attendono una casa Ater. L’azienda territoriale di edilizia residenziali pubblica ha appena aperto i nuovi bandi per assegnare gli alloggi: si può presentare la domanda fino al 22 dicembre, poi Ater elaborerà le graduatorie. I requisiti per partecipare non sono cambiati: bisogna essere cittadini italiani oppure comunitari, titolari di permesso di soggiorno CE o dello status di rifugiato o di protezione sussidiaria. Gli stranieri devono avere il permesso di soggiorno almeno biennale e esercitare una regolare attività di lavoro. Necessario anche avere residenza anagrafica nel Veneto da almeno cinque anni (info sul sito www.aterbl.it).
I NUMERI
«Nel biennio 2020/2021 abbiamo ricevuto fra le 300 e le 330 domande di assegnazione di alloggio», spiega la presidente di Ater Belluno, Ilenia Rento. «Un dato in linea con quello del biennio precedente. Nel corso del 2022 abbiamo assegnato circa un centinaio di alloggi». Il che significa che sono fra le 200 e le 230 le famiglie che attendono le chiavi di una casa popolare in provincia.
Entrando nel dettaglio, nel 2022 sono stati assegnati 50 alloggi che erano vuoti per varie ragioni, altri 35 saranno assegnati a breve seguendo la graduatoria del bando precedente a quello appena pubblicato. «Sessantuno famiglie sono uscite dagli alloggi nel corso dell’anno», continua Rento, «diciassette per decesso e le altre per varie ragioni. Non ultima delle quali la modifica delle condizioni reddituali che ha fatto perdere i requisiti per un alloggio di edilizia residenziale pubblica». Di questi 61 alloggi che si sono liberati, undici sono stati riassegnati. Gli altri hanno bisogno di alcuni lavori di manutenzione.
LA FOTOGRAFIA DEGLI INQUILINI
Il quadro dei beneficiari di alloggi popolari è variegato. Ci sono comuni, come Belluno, dove il 70% è straniero; a Longarone, Fonzaso, Quero Vas, Pedavena e Feltre il dato si aggira fra il 70 e l’80%. A Ponte nelle Alpi, invece, l’80% dei beneficiari è italiano, a Sospirolo, Cesiomaggiore, Ospitale, Arsiè, Perarolo e San Gregorio nelle case Ater vivono solo italiani.
«Su Belluno il 40% delle famiglie beneficiarie di un alloggio Ater ha cinque componenti o oltre», prosegue Rento. «E spesso sono monoreddito». Il problema, però, è che molti appartamenti Ater sono stati costruiti in anni in cui la famiglia tipo era composta da quattro persone. E due camere da letto, per chi ha tre, quattro o più figli, non sono sufficienti, perché per legge l’alloggio deve essere di dimensioni adeguate al numero dei componenti il nucleo familiare. Un fattore che rischia di far attendere alcune tipologie di inquilino rispetto ad altre, perché dipende da quali alloggi si liberano anno per anno.
NUOVE POSSIBILITA’
Presto, però, ci saranno nuovi alloggi a disposizione. Entro pochi mesi finiranno i lavori a Palazzo Olivotto, in centro storico a Belluno, dove saranno messi a disposizione sei appartamenti per giovani coppie (ci sarà un bando apposito). Più lunghi invece i lavori di recupero di nuovi spazi abitativi nel complesso di Fiammoi: c’è un progetto ma per avere le chiavi in mano ci vorranno almeno tre o quattro anni.
«Ci farebbero comodo degli appartamenti in più per rispondere alle esigenze di tutte le famiglie bellunesi», conclude la presidente Rento. «Ma non abbiamo abbastanza fondi per acquistare immobili e ristrutturarli. Abbiamo dato fondo a tutte le risorse che avevamo, partecipiamo a tutti i bandi e in questo momento stiamo lavorando molto per l’efficientamento energetico degli edifici più vecchi, per abbattere le spese per gli inquilini».
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