Ponte dell’Immacolata: sulle Dolomiti c’è il tutto esaurito negli alberghi
Buoni affari per il primo vero appuntamento della stagione. De Cassan: «La neve è arrivata troppo tardi per gli indecisi».
Francesco Dal Mas
Il “pieno” per il ponte dell’Immacolata. Ma quanti sono gli alberghi aperti sulle Dolomiti bellunesi? «Forse la metà, non di più», risponde Walter De Cassan, presidente provinciale di Federalberghi, titolare de “La Baita” ad Andraz. La sua struttura, avendo chiuso i battenti il primo novembre, riprenderà il servizio la settimana prima di Natale. «La neve è arrivata un po’ tardi, seppur in tempo, ma ha lasciato nell’incertezza coloro che stavano decidendo se ricominciare o aspettare. Considerati i costi in aumento, tanti colleghi hanno preferito posticipare», annota De Cassan.
Dall’altra parte della provincia, ad Auronzo, Paolo Pais, albergatore in centro, non sa se essere soddisfatto oppure no. «Tra Auronzo e Misurina vantiamo un’offerta di una trentina di alberghi, ma per questo ponte saremo aperti in dieci; forse neppure. Ci confortiamo con il bicchiere mezzo pieno, perché chi ha aperto registra quasi il tutto esaurito. C’è, infatti, tanta voglia di montagna. Anche in queste ore arrivano prenotazioni; è stata sufficiente la notizia della neve in arrivo, ma qui le piste del Col Agudo sono ancora verdi».
Auronzo ha anche 2mila seconde case. Si stanno riempiendo per il ponte? «Tante sì, ma non tutte. E comunque», ammette Pais, «rappresentano il nostro problema, piuttosto che un’opportunità: perché i nostri giovani qui non trovano casa, se non a prezzi altissimi, e sono costretti a emigrare in centro Cadore».
Le previsioni meteo non sono invitanti per il ponte, mentre queste due giornate non potrebbero essere più attrattive: «Nonostante le condizioni meteorologiche, Cortina farà il pieno», assicura Stefano Pirro, presidente dell’Associazione Albergatori. «Anzi, lo sta già facendo dallo scorso weekend. Il pieno, ovviamente, delle attività che hanno aperto e che sono in numero consistente. Anche gli alberghi più stellati», fa notare Pirro, «a conferma che c’è una clientela, specie italiana, che non rinuncia alla vacanza, seppur breve e costosa».
In questi giorni i negozi sono pieni, anche quelli di lusso. I ristoranti si avvicinano all’esaurito, poiché in pista si è andati con discese al contagocce, dato il tempo. Per il presidente Pirro, in sostanza, l’avvio di stagione non potrebbe essere più promettente, anche per Natale. La conferma arriva pure da De Cassan. «Perché alcuni colleghi, catturati dall’incertezza, hanno preferito tener chiuso? Perché», spiega, «le prenotazioni su Natale, Capodanno e il resto della stagione stanno arrivando copiose, dall’Italia e dall’estero».
Non è vero, dunque, che le disponibilità finanziarie, per il caro bollette, sono contenute? «In parte è vero, ma il risparmio semmai», fa notare il presidente di Federalberghi, «è sulle spese extralberghiere, sul pranzo o la cena in rifugio di montagna, sulla Spa o qualche altro servizio».
A Falcade, Antonella Schena, albergatrice in centro, ieri era tutta indaffarata nell’accoglienza dei primi ospiti, i milanesi del ponte di Sant’Ambrogio, che oggi si fionderanno sulle piste del Pellegrino. «In valle del Biois stiamo aprendo un po’ tutti, ad eccezione di qualche struttura più grande che aspetta l’avvio completo della stagione. E chi apre può ritenersi soddisfatto», ammette Schena, «del buon numero di presenze. Forse addirittura non ce lo aspettavamo. Le prenotazioni sono più che soddisfacenti anche per le feste, per Carnevale, anzi un po’ per tutti gli altri mesi».
Falcade al momento fa conto soprattutto sugli italiani. Gli stranieri arriveranno in gran numero dall’Epifania in avanti. E nell’accoglienza extralberghiera? «Io sono un’inguaribile ottimista, ma perché ho i fatti dalla mia parte», afferma Lucia Farenzena, che da Rocca Pietore coordina centinaia di alloggi. «Noi non abbiamo mai smesso di affittare, neppure a novembre, e per dicembre, come per i mesi successivi, le presenze sono davvero al top. Soprattutto in questo ponte lungo».
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