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Visite a lume di candela: scatta la protesta dei medici di base

Domani, 15 dicembre, la Fimmg invita gli ambulatori a spegnere la luce dalle 17 per alcuni minuti per protesta contro la situazione critica in cui versa la categoria

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Visite a lume di candela negli ambulatori dei medici di famiglia domani, 15 dicembre per protestare contro il governo e le mancate risposte alla categoria. Dalle 17 le luci degli studi medici si spegneranno per qualche minuto e le visite proseguiranno a lume di candela.

Si tratta di una iniziativa della Fimmg nazionale per avviare un percorso di protesta per le mancate risposte alla categoria, sempre più in difficoltà dal punto di vista dei carichi di lavoro, dell'impegno burocratico e della mancanza di ristori economici.

«L'iniziativa vuole sensibilizzare l'opinione pubblica e la politica nazionale e regionale riguardo alla pesante situazione di carenza di risorse economiche, organizzative e gestionali in cui versa la Medicina generale lasciata sola a gestire una assistenza territoriale ormai giunta al collasso, a fronte di richieste assistenziali cresciute a dismisura, ma senza un adeguato supporto organizzativo, ad esempio, di personale amministrativo ed infermieristico che possa far fronte ad un carico burocratico diventato asfissiante, non più sostenibile», dice Umberto Rossa, presidente della Fimmg bellunese.

«Noi», prosegue Rossa, «aderiamo con convinzione all’iniziativa “La giornata delle visite ambulatoriali al lume di candela” e invitiamo i nostri  iscritti a spegnere le luci in quella giornata e a visitare i pazienti al lume di candela. La protesta simbolica è stata indetta anche contro l’esclusione degli ambulatori dei medici di famiglia dalle agevolazioni contro il caro energia e l’inflazione previste, invece, per le imprese e gli studi professionali dal DL Aiuti quater. Un’esclusione di cui non si capiscono le ragioni, dato che, al contrario di altri professionisti, il medico di famiglia non può adeguare le tariffe delle proprie prestazioni ai costi sostenuti, essendo un servizio pubblico regolamentato da una convenzione con il Servizio Sanitario Nazionale, ferma peraltro al 2018».

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