Donazione di organi, Belluno primo in Veneto. Un cittadino su tre disponibile a farlo
Importante la dichiarazione di volontà rilasciata alle anagrafi nei Comuni al momento di rinnovare la carta di identità
Paola Dall'Anese
Un intervento chirurgico: sono sempre più i bellunesi che donano gli organi
La provincia di Belluno campione di generosità. E l’ennesimo esempio è venuto proprio nella notte che chiudeva la vigilia di Natale e apriva la giornata di festa. La protagonista di questo gesto di amore è stata una persona di quasi 90 anni ricoverata nel reparto di Rianimazione del San Martino a cui, tra le 22.45 del 24 dicembre e le 2 del 25 il coordinamento prelievi dell’Ulss 1 Dolomiti diretto dal primario Davide Mazzon insieme ad una équipe di trapianti dell’ospedale di Padova, ha prelevato il fegato.
«La donazione è stata possibile dopo una complessa valutazione della idoneità della persona che aveva espresso la volontà di donare i propri organi dopo la morte all'ufficio anagrafe del Comune di Belluno, in occasione del rinnovo della carta di identità», spiega Mazzon che aggiunge: «L’opportunità di esprimere la volontà di donare i propri organi e tessuti dopo la morte al momento del rinnovo della carta di identità è offerta nella gran parte dei Comuni della provincia di Belluno; la sensibilità della popolazione del nostro territorio ha permesso alla provincia di Belluno, inoltre, di attestarsi al terzo posto a livello nazionale e al primo fra le province venete per “indice del dono” che è una fotografia sia dell’impegno dei comuni alla registrazione delle volontà, sia della disponibilità dei cittadini a donare».
Davide Mazzon, primario della Rianimazione e direttore del coordinamento prelievi di organi dell’Ulss Dolomiti
Ed è davvero grande la sensibilità dei bellunesi tanto che sono ormai 50 mila i residenti che hanno detto sì alla donazione di organi o aderendo all’Aido, o precisando la loro posizione all’ufficio anagrafe al momento di rinnovare il documento di identità o all’ufficio dell’Ulss. Praticamente un bellunese su tre si è detto pronto a donare.
Un numero molto elevato come evidenzia Mirco Dalle Mulle, vice presidente dell’Aido Belluno e trapiantato ben due volte. «Nel 2013 il ministero della Salute ha avviato il progetto denominato “Scelta in Comune” rivolto agli uffici anagrafe dei comuni italiani. In provincia hanno aderito in questi dieci anni ben 46 comuni che hanno provveduto nel tempo ad adeguare i loro sistemi informativi per collegarsi direttamente al Sistema informativo trapianti del ministero (all’appello mancano Alano, Cesiomaggiore, Cibiana, Colle Santa Lucia, Falcade, La Valle Agordina, Longarone, Ospitale, Pedavena, Rivamonte, San Gregorio nelle Alpi, Selva di Cadore, Seren del Grappa, Sospirolo e Valle di Cadore). In questa maniera», spiega Dalle Mulle, «chi si rivolge agli uffici comunali per aggiornare la carta di identità è chiamato a dare o a negare la propria adesione alla dichiarazione di donazione degli organi».
Praticamente in provincia l’80% di chi va a rinnovare il documento di identità aderisce a questo sistema. «In questo modo la nostra associazione che conta seimila possibili donatori ha visto ampliarsi la platea degli aderenti a ben 50 mila. E questo è molto importante considerando che sono oltre 120 i bellunesi che attendono un trapianto di organo o di tessuto».
Il vice presidente di Aido invita quindi i bellunesi a non aver paura «e ad aderire alla donazione in Comune sia per aiutare persone che stanno male e che con questo dono potranno ritrovare la vita, sia anche per non scaricare la responsabilità di questa scelta importante sui familiari che restano. Non diamo ancora più dolore a chi sta già soffrendo per la perdita di un proprio caro. Giovani e anziani sono tra i più propensi a donare, mentre qualche timore resta tra le persone di mezza età».
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