Olimpiadi 2026, Trento ha deciso: rinuncia al pattinaggio. Longarone fa un pensiero all’Oval in Fiera
Il presidente del Coni Malagò non dà affatto per scontata la destinazione Torino, ieri ha visto a cena il sindaco Padrin
Francesco Dal Mas
L’Oval del pattinaggio veloce alla Fiera di Longarone anziché a Torino? Trento fa un passo indietro sul pattinaggio veloce destinato a Baselga di Piné. Ieri lo ha confermato il presidente Maurizio Fugatti. Destinazione Torino? Non è detto, ha messo le mani avanti il presidente del Coni, Giovanni Malagò.
Gli indizi: molti e concordi
Da Cortina, immediatamente dopo, il sindaco Gianluca Lorenzi ha infatti precisato: «Veneto e Lombardia stanno già verificando se nel loro territorio possano materializzarsi delle alternative. Ma non posso dire di più», sbotta all’insistenza del cronista, salvo ricordare che della Fondazione Milano-Cortina fanno parte le due regioni, anzi le tre col Trentino Alto Adige, ma non il Piemonte.
In serata si viene a sapere che, alla cena di gala della Coppa del mondo, col ministro Andrea Abodi, Malagò, il sindaco Lorenzi ed altri ancora, c’era pure il presidente della Provincia, Roberto Padrin, anche nella sua veste di sindaco di Longarone.
Il sindaco si è intrattenuto parecchio, sia con Abodi e sia con Malagò e pure con il commissario Luigi Valerio Sant’Andrea. Si è portato sul cellulare il flash dell’agenzia che da Baselga lanciava i primi sospiri del numero uno del Coni alla notizia della rinuncia trentina.
Nessun automatismo verso Torino
«Non c’è nessun automatismo che, dopo il venir meno dell’impianto di Baselga di Piné, porti il pattinaggio su pista lunga a Torino», dichiarava Malagò, «la possibilità c’è, ma la certezza assolutamente no. Si stanno valutando le alternative e si faranno le valutazioni possibili».
Il presidente aggiungeva che su Basela di Piné «il Cio aveva tanti dubbi fin dall’inizio sulla sostenibilità di una tale location. Noi però l’abbiamo difesa fino all’ultimo. Abbiamo fatto l’impossibile per difendere questo posto. Baselga non è una vittima di tutto questo, ma è un caso come ce ne sono a decine nell’organizzazione dei giochi olimpici», concludeva Malagò.
Padrin e Zaia
Non è dato sapere se Padrin, in accordo col presidente della Regione Luca Zaia, abbia avanzato la proposta della Fiera come location. Si sa, però, che la Fiera di Longarone è in ristrutturazione. Proprio in vista delle Olimpiadi. Si sa pure che Longarone dovrebbe diventare, insieme a Ponte nelle Alpi, il centro intermodale della mobilità ferroviaria (da Venezia, ma anche da Verona e Milano) e stradale verso Cortina.
Si sa, infine, che Zaia e Padrin stanno spingendo all’inverosimile per arrivare, con la circonvallazione dell’Anas, da Pian di Vedoia alla Fiera, appunto. Cortina indubbiamente tifa per Longarone. È pur vero che Torino e il Piemonte da ieri pomeriggio si sono inorgogliti, dando quasi per sicura la scelta dell’oval al Lingotto.
«Riutilizzare l’Oval, allo stato attuale, rappresenterebbe un’opportunità sia per Torino e sia per l’Italia e contribuirebbe a un sensibile contenimento dei costi per il comitato organizzatore e per il Paese», ha dichiarato l’ex sindaca Chiara Appendino, M5S. Ma ciò che ancora più conta è l’asse tra il Centrodestra ed il Pd, rappresentato dal sindaco di Torino. «Accogliere la disponibilità di Torino e del Piemonte, coinvolgendo l’intero arco alpino, rappresenta una soluzione logica e di buon senso», hanno reagito, all’annuncio di Fugatti, il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e il sindaco di Tortino Stefano Lo Russo.
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