I moduli del villaggio olimpico? Saranno utilizzati per ampliare Longarone Fiere
C’è già l’accordo con la Simico per utilizzare i prefabbricati utilizzati a Campo. Più difficile per ragioni politiche strappare al Piemonte l’oval del pattinaggio
Francesco Dal Mas
Belluno e Venezia puntano su Longarone per “conquistare” l’oval del pattinaggio veloce, destinato altrimenti a Torino. La concorrenza del Piemonte è però così forte che sarà difficile vincere la sfida. Intanto, però, Longarone si porta a casa la nuova fiera. Anche come premio per diventare l’hub scambiatore di Cortina e delle Dolomiti. C’è infatti già un accordo di massima tra la società Infrastrutture Milano-Cortina (quindi l’ad Luigi Valerio Sant’Andrea, anche nella sua veste di commissario straordinario), la Regione Veneto, la Provincia di Belluno, i Comuni di Cortina e di Longarone, la nuova presidenza di Longarone Fiere, per trasferire nella vasta area disponibile, davanti alla diga del Vajont, gran parte del villaggio olimpico che sarà realizzato a Campo e che dopo i Giochi verrà smontato.
Intesa già trovata
«C’è già l’accordo tra la Regione Veneto e la Società Infrastrutture», afferma il presidente dell’ente fieristico, Michele Dal Farra, «perché la copertura del villaggio olimpico venga portata a Longarone per i nuovi padiglioni della Fiera. Per talune funzioni potrebbero essere utilizzati anche alcuni moduli prefabbricati dello stesso villaggio. Ad esempio per gli uffici o per altri servizi”. Ieri mattina, sia Dal Farra e sia il sindaco Roberto Padrin hanno incontrato a Cortina dirigenti della Fondazione e della Società Infrastrutture e si sono accordati per un incontro a Belluno, in Provincia, per arrivare alla definizione di un accordo che preveda la cessione di parte del villaggio e la funzione che Longarone Fiere dovrà assumere per le Olimpiadi. Dal Farra ha in mano un progetto di ristrutturazione del complesso che mette in conto allo stato attuale una spesa di 20 milioni per materializzare l’obiettivo. «Utilizzando parte del villaggio di Campo», precisa Dal Farra, «la spesa si ridurrebbe a 5-6 milioni, ovvero il costo della predisposizione dell’area su cui installare la struttura».
L’hub scambiatore
Quanto invece all’hub scambiatore, si prevede che per il periodo olimpico Longarone Fiere possa parcheggiare dalle 2500 alle 3000 auto. E che da qui possano partire alla volta di Cortina, e delle altre destinazioni, più di 100 pullman-navette al giorno. La statale di Alemagna, infatti, verrà interdetta al traffico, almeno a gran parte di quello privato. La stazione ferroviaria verrà migliorata nell’accoglienza e un nuovo collegamento, oltremodo diretto, verrà fissato con la Fiera. «La nostra disponibilità c’è tutta», anticipa Dal Farra, «ma, sempre d’accordo con la Regione, abbiamo chiesto qualcosa in più. Non vorremmo esercitare come meri parcheggiatori. Abbiamo avanzato una proposta per diventare una vera e propria piattaforma commerciale delle Olimpiadi, con un qualificato ed innovativo piano marketing». Come dire una porta d’ingresso dei Giochi.
Il sogno dell’oval
Ed ecco che questa prospettiva potrebbe completarsi con l’oval per il pattinaggio veloce tra i tanti impianti sportivi dell’area accanto alla stessa Fiera, dove, guarda caso, transiterà anche la futura circonvallazione «che», afferma Padrin e condivide Dal Farra, «speriamo di portare a casa per l’inizio del 2026 almeno nel primo tratto, fra Pian di Vedoia e la Fiera».
«L’oval? Sarebbe un sogno», ammette Padrin, che di questa prospettiva ha parlato a margine della Coppa del mondo, a Cortina, «scaramanticamente, tuttavia, non voglio aggiungere di più», mette le mani avanti. Padrin, infatti, si rende ben conto che a livello politico nazionale il recupero di Torino e del Piemonte, per una “Olimpiade delle Alpi” – come ha auspicato il vicepremier Matteo Salvini – è un’ipotesi con maggiori chance politiche. «Mai dire mai, però», incrocia le dita l’assessore regionale Gianpaolo Bottacin, «la scommessa delle Olimpiadi sembrava impossibile, quando si cominciò a parlarne. Eppure il presidente Zaia l’ha vinta. Chissà che anche questa volta…». Il sindaco ricorda, a questo punto, il 60° anniversario del Vajont. «La rinascita da consolidare: questo è il nostro impegno, a 360 gradi». E si affida, in questa prospettiva, a quanto ha dichiarato proprio ieri l’amministratore delegato della Fondazione Milano-Cortina 2026, Andrea Varnier, alla domanda se il ruolo dell’ad della Fondazione Milano-Cortina (il suo, appunto) è più slalom o discesa? «Un po’ e un po’», ha risposto Varnier, «ci sono momenti in cui bisogna schivare i paletti e altri dove si può andare e provare l’emozione e il brivido della velocità perché è un lavoro bellissimo. Non esistono piste tutte nere», ha concluso Varnier, «c’è sempre un tratto che può essere rosso, un altro azzurro, un altro nero, noi dovremo navigare intorno a questi colori».
«Adesso ci stiamo ancora cimentando con lo slalom, per le opere olimpiche, ma presto saremo... in discesa. Anche per Longarone», sorride Padrin.
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