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L’agriturismo è di tendenza e le aziende alzano la qualità

Coldiretti punta sulla formazione: «Sinergie, servizi ed offerte emozionali». Ma servono finanziamenti per ristrutturazione e potenziamento delle cucine

Irene Aliprandi
2 minuti di lettura

Glamping, foraging, agrichef. Sono queste le parole di tendenza per l’agriturismo che vuole tenersi al passo con i tempi e le aziende bellunesi lo hanno capito. È proprio ad un salto di qualità in ogni ambito che stanno lavorando gli agriturismi bellunesi, impegnati in una crescita dell’offerta e nei corsi di formazione organizzati da Coldiretti.

È un buon periodo per il settore, che fuori dal tunnel del Covid ha scoperto di essere in cima alla lista dei preferiti della clientela. Turismo esperienziale, ricerca di una cucina genuina ma senza rinunciare alla mise en place, voglia di stare all’aria aperta e scoprire mete alternative sono le richieste più diffuse e gli agriturismi vogliono farsi trovare pronti. «È finito il luogo comune dell’agriturismo dove mangi tanto e spendi poco», spiega Michele Nenz, direttore di Coldiretti che conta una novantina di attività associate attraverso l’associazione Terranostra.

Nel complesso, in provincia di Belluno gli agriturismi sono circa 130, comprese molte malghe che però fanno solo attività stagionale. «Oggi negli agriturismi c’è sempre più attenzione per il cliente e si è capito che comunicazione e marketing sono essenziali. Le attività hanno imparato a raccontarsi e a raccontare il territorio con una caratterizzazione che rappresenta un valore aggiunto per l’agriturista», osserva ancora Nenz.

«Pensiamo agli agrichef e alla loro capacità di valorizzare i prodotti locali e tradizionali o le ricette a spreco zero. Non si tratta di competere con i ristoranti, ma di dare la massima attenzione alle materie prime rispondendo anche alle esigenze dei vegani».

Anche l’alloggio si fa sempre più ricercato: camere più curate, aree benessere, ma soprattutto servizi accessori come il noleggio e l’assistenza per le biciclette. C’è poi la moda dell’agricampeggio: «Il glamping è la richiesta top del momento, la gente vuole vivere un territorio immergendosi in esso soggiornando in alloggi alternativi, come le case sugli alberi, le case mobili o le tende con ogni comfort».

Il settore beneficia anche della riforma portata dalla nuova legge regionale, giudicata positivamente dai diretti interessati che l’attendevano da anni. «L’agricampeggio in passato comportava un sacco di problemi», aggiunge Nenz, «ma la nuova legge regionale li ha risolti e ci sarà sempre più interesse a realizzare strutture emozionali».

In provincia ci sono già due agricampeggi attivi e altri stanno presentando la richiesta, mentre non si parla ancora di glamping, come spiega Fabrizio Pescosta, presidente di Terranostra Belluno: «Non è ancora ben chiaro cosa si può fare ma l’interesse è elevato. Gli agriturismi stanno facendo un importante percorso di formazione per crescere in termini di qualità. La gente cerca la pace della natura ma anche servizi di eccellenza. Noi ci stiamo preparando al meglio anche in vista delle Olimpiadi del 2026 per accogliere i nostri ospiti».

C’è entusiasmo, dunque, ma il settore potrebbe ricevere una spinta in più con qualche aggiustamento. Nei giorni scorsi la Provincia ha stanziato contributi agli agriturismi per 220 mila euro, ma la speranza è che si possa ampliare l’ambito dei fondi del Piano di sviluppo rurale.

«I soldi della Provincia sono una boccata d’ossigeno per le aziende», aggiunge Pescosta, «perché durante il Covid sono stati necessari investimenti e questo ci aiuterà. Bisogna capire che il turismo è cambiato, noi dobbiamo essere in grado di rispondere ma ci serve aiuto. I fondi del Psr, infatti, finanziano lo sviluppo della ricettività, cioè le camere che non tutti hanno, mentre abbiamo bisogno di investire nelle cucine. Purtroppo la ristrutturazione della parte ristorativa non è finanziata e resta, per noi come per tutte le attività di questo Paese, il problema della burocrazia soffocante».

Tra i corsi organizzati da Coldiretti, c’è anche quello per la messa in rete dei servizi, elemento strategico in un territorio come il nostro. «Gli agriturismi non vanno visti come competitor delle altre attività commerciali, ma come completamento dell’offerta», osserva Nenz, «per questo è importante creare sinergie, convenzioni, pacchetti turistici, servizi come il trasferimento all’aeroporto, le guide, l’assistenza alle biciclette. La bicicletta ha una grandissima visibilità e noi offriamo percorsi interessanti come l’anello bellunese che segue stradine secondarie rurali ed è abbastanza lungo da poter richiedere più giorni. Gli agriturismi possono essere i punti di riferimento logistico».

Nenz conclude citando l’ultimissima tendenza: il foraging. «Il cliente va nei campi o nei boschi con i contadini a raccogliere erbe spontanee o piccoli frutti che poi verranno preparati all’agriturismo. Questo, come altre tendenze citate, rappresenta un plus per l’agriturista e dev’essere raccontato».

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