«Tu sei cicciona» alla figlia piccola: papà a processo
L’uomo avrebbe anche colpito la bimba con un peluche e costretta a fare sport. L’uomo si difende: «Era felice»
GIGI SOSSO
«Cicciona» alla figlia e ferite provocate con un peluche. Un pupazzo o un animale, con una medaglietta metallica al collo. Un padre di Ponte nelle Alpi, che già vedeva poco la bambina per motivi di lavoro, se l’è vista anche affidare in via esclusiva all’ex moglie ed è finito in tribunale per maltrattamenti in famiglia e lesioni aggravate.
La madre di famiglia ha raccontato mesi di pressioni psicologiche nei confronti di una ragazzina, che dal gennaio al luglio 2020, sarebbe stata continuamente denigrata dal papà per il suo aspetto fisico e costretta a fare degli sport per i quali non era portata. Era sovrappeso e si sentiva dare della «cicciona» o «stupida» o dire «guarda come sei» o «chi vuoi che guardi una così?». La bambina soffriva questo trattamento e non stava volentieri con l’uomo.
Polizia e carabinieri sono intervenuti quattro volte. L’episodio più grave sarebbe avvenuto il 29 luglio 2020, in pieno lockdown per il Covid-19. L’uomo era andato a comprare tre porzioni di sushi per la cena e, tornato dal bar, si era accorto che la ragazza le aveva mangiate tutte. Non ci ha più visto e l’avrebbe colpita con il peluche, chiudendola a chiave in camera al buio. La bimba ha così chiamato la madre, con toni preoccupati e una richiesta di aiuto. In seguito, è arrivata la polizia e gli agenti hanno a loro volta chiamato la guardia medica perché la bimba presentava un ematoma sul petto e un’ecchimosi su un braccio, che sono stati refertati.
L’imputato, che è difeso dall’avvocato Rasera Berna, ha respinto le accuse, raccontando una figlia felice, che lui portava al mare o in viaggio a Parigi e faceva sport, ottenendo buoni risultati. C’era senz’altro un problema di alimentazione, ma non può averla ferita lui con il peluche.
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