Intascò i soldi della figlia cieca, rischia sei anni
Il papà era stato nominato amministratore di sostegno e si sarebbe impossessato della somma di 100 mila euro per finanziare le sue attività
G.s.
Porta via 100 mila euro alla figlia cieca. Un padre, che era anche il suo amministratore di sostegno, rischia una condanna a sei di reclusione per peculato e al risarcimento di tutti quei soldi. Queste le richieste del pubblico ministero Marta Tollardo e dell’avvocato di parte civile Chiara Altin del foro di Treviso. Per il difensore di fiducia bellunese Giorgio Gasperin, invece, l’imputato va assolto per i fatti contestati tra l’agosto 2019 e il gennaio 2020. Lui ricopriva il ruolo di pubblico ufficiale a partire dal 14 ottobre 2015.
Bisognava ancora ascoltare il perito che, riferendosi alla donna non vedente, l’ha descritto capace d’intendere e volere, ma incapace di stare in giudizio per l’impossibilità di avere il necessario distacco emotivo e non in grado di dare il giusto valore ai soldi. Un euro o mille sono la stessa cosa, in sostanza.
Per l’accusa, l’imputato avrebbe distratto dal conto corrente della donna circa 66 mila euro per la propria attività commerciale, in un secondo momento avrebbe acceso un finanziamento da 32 mila, poi estinto con la cessione del quinto del suo stipendio, all’insaputa del giudice tutelare, ma in questo caso non dell’assistita. Queste sono le cifre più grosse accertate dagli investigatori.
La donna non aveva grandi spese da sostenere, al di là del canone di affitto dell’appartamento nel quale abita con il resto della famiglia per un totale di 19 mila euro, ma capitava che si ritrovasse senza soldi per i più elementari bisogni quotidiane: dalla pausa caffè al lavoro, dalla quota associativa da versare all’Unione italiana ciechi alla gita al mare in estate.
Del resto, il padre avrebbe prelevato dal suo conto anche l’importo necessario a pagare a rate un depuratore d’acqua da 3.800 euro oppure una fornitura di biscotti wafer per 376 euro da mettere in vendita nel suo negozio. Secondo il pm, erano prelievi non giustificati, oltre che non rendicontati al termine di ogni anno solare, come dovrebbe fare un amministratore di sostegno. Eventuali repliche e sentenza il primo marzo.
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