Ufficio postale a mezzo servizio, il Comune di Sovramonte torna a protestare
Il vicesindaco Campigotto: «Stufi di raccogliere lamentele sacrosante della gente». Appello a combattere lo spopolamento garantendo servizi efficienti in montagna
laura milano
Gli amministratori sovramontino non sono scesi a Roma alla presentazione del progetto Polis di Poste italiane per non caricare le spese di rappresentanza sui cittadini. Ma nel frattempo, in attesa degli investimenti sugli uffici Pt, sindaco e giunta stanno facendo da parafulmine alle «giuste e sacrosante lamentele dei cittadini», tuttora alle prese con uno sportello che funziona solo tre mattine a settimana. Lo dice il vicesindaco Maurizio Campigotto. Che intanto si è guardato attorno e ha visto che anche Cesiomaggiore, per restare nell’ambito feltrino, ha ottenuto una riapertura completa, da lunedì a sabato.
«Non possiamo non ringraziare Poste italiane per l’invito alla presentazione a Roma del piano di investimenti che coinvolge le realtà di montagna. Ma ci è anche venuto il dubbio che i dirigenti di Poste non sappiano dove si trovi Sovramonte e che ci sarebbe stato impossibile partecipare, sia per la lontananza che per l’impegno finanziario da scaricare sulle casse comunali». Si rammarica, ancora una volta, il vicesindaco Campigotto perché «nonostante le telefonate intercorse con il responsabile veneto di Poste italiane non ci sono mai state comunicate date, ma solo promesse e annunci di investimenti, cose da fare e che verranno fatte. Come amministratori siamo stufi di fare front office per Poste italiane e di sentire le giuste e sacrosante lamentele dei cittadini in quanto con Poste non ci possono parlare». E conclude con un monito: «Ricordo alla direzione centrale che anche un servizio postale efficiente aiuta a vivere dignitosamente in montagna, e può aiutare a combattere lo spopolamento della montagna. I cittadini e gli amministratori attendono cose concrete e veloci perché servono i fatti e non slogan a effetto. Dovete rendervi conto che se continuate così, quando avrete realizzato i vostri investimenti i piccoli centri non esisteranno più».
Da Poste italiane si ribadisce che entro il 2026 l’obiettivo di dare centralità agli uffici postali nei Comuni al di sotto dei 15 mila abitanti sarà raggiunto. Ma al momento non si possono fare previsioni, per quanto riguarda Sovramonte. «Quello di Lamon, inserito nel progetto Polis, è stato il primo nel Veneto. Non si è in grado di anticipare le tempistiche anche perché i Comuni compresi nel progetto di Poste italiane per il rilancio degli sportelli sono ben 7 mila». Dalle Poste si precisa poi che per la presentazione di Polis a Roma, le spese di trasferta degli amministratori coinvolti sarebbero state a carico dell’azienda postale.
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