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Auronzo celebra don Sebastiano Costa, morto durante un soccorso

Cinquant’anni dopo la sua morte, la comunità rende omaggio all’ex capo del Soccorso Alpino con un mazzo di fiori ai piedi della lapide e una messa

Gianluca De Rosa
2 minuti di lettura

Gli uomini del Cnsas sul Giralba

 

La comunità di Auronzo ha ricordato con commozione ed immutato affetto la figura mai dimenticata di don Sebastiano Costa, parroco e capo del soccorso alpino deceduto nella notte del 4 marzo 1973 sul col di Giralba durante un’operazione di recupero di alcuni giovani escursionisti in difficoltà.

Un episodio rimasto scolpito nella mente e nel cuore degli auronzani che il 5 marzo, nel cinquantesimo anniversario del tragico evento, si sono uniti per ricordare don Sebastiano attraverso due momenti distinti ma entrambi molto partecipati.

Nel primo pomeriggio una delegazione di rappresentanti del soccorso alpino di Auronzo e del soccorso alpino della Valle del Biois (don Sebastiano Costa era nato a Falcade) hanno accompagnato amici e parenti del coraggioso e vivace parroco nel luogo dell’incidente dove è stato apposto un mazzo di fiori sulla lapide che lo ricorda.

Presente tra i partecipanti anche l’attuale parroco di Auronzo, don Ezio. «Il sentiero che arriva alla lapide in ricordo di don Sebastiano Costa è stato sistemato appositamente giusto qualche giorno fa», ha raccontato Giuseppe Zandegiacomo Sampogna del soccorso alpino di Auronzo, «l’intervento è stato pensato proprio per permettere a più persone possibili di raggiungere il sito in sicurezza».

La targa che ricorda don Sebastiano

 

Una breve passeggiata, avvolta nel silenzio, prima del rientro in paese dove alle 17 è stata celebrata una messa di ricordo nella chiesa Regina Pacis di Reane, gremita per l’occasione a dimostrazione del grande affetto che da cinquant’anni lega la comunità auronzana a don Sebastiano Costa.

Toccante l’omelia di don Ezio a cui ha fatto seguito l’intervento dell’assessore comunale Silvio Pomaré che ha ricordato il ruolo fondamentale che ricopre la stazione del soccorso alpino all’interno della comunità auronzana. Diversi gli interventi susseguitisi in chiesa compreso quello di un nipote di don Sebastiano Costa che ne ha ritagliato un ritratto utile soprattutto a chi l’ex parroco non lo ha conosciuto di persona ma ne ha sentito parlare per via delle tante iniziative che lo hanno visto protagonista.

«La grande sorpresa è arrivata quando ad un certo punto, nel corso della giornata, si è presentato un signore trevigiano che ha rivelato di essere stato un testimone oculare dell’incidente capitato a don Sebastiano Costa. Una testimonianza incredibile, di cui nessuno ha mai saputo niente per cinquant’anni», ha rivelato Giuseppe Zandegiacomo Sampogna, «Era al tempo un artigliere, originario di Zero Branco. Nel 1973 faceva il militare e la sera del 4 marzo del 1973 ha incrociato don Sebastiano che si stava recando in quello che poi divenne il luogo del tragico incidente. Don Sebastiano disse a questo signore, di nome Adriano, di seguirlo se voleva. Lui andò fino a quando se lo vide sparire nel vuoto, risucchiato dal dirupo».

Una giornata intensa sotto l’aspetto emotivo, conclusasi con un momento conviviale in Auronzo nel corso del quale sono emersi tanti bei ricordi di don Sebastiano Costa.

«Personalmente, me lo ricordo perché era il mio insegnante di religione a scuola», ha concluso Giuseppe Zandegiacomo Sampogna, «Era una persona generosa, amava stare accanto agli anziani. Andava d’accordo con tutti. Accompagnava le persone che avevano bisogno di un passaggio a Belluno ma viene ricordato anche perché ogni tanto lo si ritrovava a dare una mano ai muratori. Aveva la passione per l’arrampicata, sicuramente il suo ruolo di capo del soccorso alpino ci rende, tutti noi attualmente in squadra, orgogliosi».

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