San Vito, commissario a un passo. Il consiglio non ha più i numeri
Pioggia di rinunce alla surroga anche tra la minoranza: nessuno dei non eletti subentrerà ai dimessi
Alessia Forzin
È crisi conclamata in Comune a San Vito. Uno dopo l’altro, i candidati consiglieri che non erano stati eletti due anni e mezzo fa hanno declinato l’invito ad entrare in consiglio comunale, sostituendo i consiglieri che si sono dimessi. Il segretario non ha potuto fare altro che scorrere la lista, fino all’ultimo nome. Ricevendo però una serie di “No, grazie”. Un’operazione, per altro, tutta interna alla minoranza, perché la maggioranza ha già esaurito le possibilità di surroga. Manca l’ufficialità solo per tre consiglieri di minoranza, che non hanno ancora depositato la rinuncia formale (ma informalmente avrebbero già detto no anche loro all’entrata in consiglio).
La situazione a San Vito è gravissima: ad oggi il consiglio è composto di sole quattro persone, e ne servono sei per tenere in piedi il Comune ed evitare il commissariamento. Che appare ormai ad un passo.
Sono sette complessivamente i consiglieri che si sono dimessi da quando è scoppiata la crisi amministrativa (il consiglio è a undici, con il sindaco).
La prima crisi si era aperta in ottobre, quando avevano rimesso le deleghe di assessore al turismo e vice sindaco Alfonso Sidro, di assessore al bilancio Diego Belli, di capogruppo di maggioranza Giovanni Cautiero e la consigliera Chiara De Vido aveva lasciato la delega alle Politiche Sociali. I quattro, diventati consiglieri, si sono poi dimessi dal consiglio lasciando vuoti i loro posti.
La scorsa settimana, a poche ore da un importante consiglio comunale (annullato), si sono dimessi Tiziana Menegus, capogruppo di minoranza, il consigliere di minoranza Gildo Belli e l’unico consigliere rimasto in maggioranza Alessandro De Sandre.
Addii che hanno lasciato in consiglio comunale solo quattro membri: il sindaco Emanuele Caruzzo, il vicesindaco Alberto Lucia, l’assessore Aaron Fundone e il consigliere di minoranza Franco De Bon, rimasto solo perché gliel’aveva chiesto il presidente della Provincia (dimettersi avrebbe significato perdere anche il seggio a Palazzo Piloni).
La sopravvivenza dell’amministrazione era legata alle surroghe. In maggioranza hanno declinato tutti l’offerta, tranne Anna Rosa Martinelli, sulla quale pende però un’incompatibilità da chiarire.
Chi sperava fosse la minoranza a salvare il Comune, fra lunedì e ieri ha avuto la conferma che nessuno vuole fare da stampella all’amministrazione: uno dopo l’altro hanno rifiutato la surroga tutti i consiglieri non eletti.
Si avvicina dunque un nuovo commissariamento per San Vito, che ha già vissuto l’esperienza otto anni fa: nel 2014 l’unico candidato a sindaco era proprio Emanuele Caruzzo, e la sua lista non raggiunse il quorum. Arrivò il commissario, che guidò San Vito fino all’anno successivo. Alle elezioni di giugno del 2015 si sono sfidati Caruzzo e Franco De Bon, con la vittoria di quest’ultimo. Caruzzo si è poi preso la rivincita nel 2020.
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