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Maratona di emozioni, il Comunale di Belluno in piedi ad acclamare Baglioni

Sul palco del teatro il cantautore è solo con tre pianoforti. Il saluto al pubblico: abbiate cura del passato e voglia di futuro

Ivan Ferigo
2 minuti di lettura

Claudio Baglioni infiamma un Teatro Comunale gremito e partecipe. Con una maratona d’emozioni lunga tre ore e mezza e 31 canzoni, in una giostra continua tra creazioni recenti, brani più datati e grandi classici. L’età non è più verde (il 16 maggio le primavere saranno 72), ma il cantautore romano è in forma smagliante. Brillante nel dialogare con il pubblico, infaticabile nel proporre – solo con la sua voce e tre pianoforti – la sua musica. E pensare che quella di Belluno è la data 154 dell’acclamatissimo “Dodici note solo”. Un lunghissimo giro partito il 24 gennaio 2022 dal Teatro dell’Opera di Roma e che terminerà stasera al Comunale di Bolzano.

L’adrenalina è palpabile già all’ingresso in sala. Un sentimento che esplode quando il sipario si apre ed appare Baglioni, che si presenta con “Io sono qui”. Musica e parole, quelle che raccontano com’è nata la cavalcata del “Dodici note solo” e del suo “bis”. E ricordando la singolarità dello spettacolo, perché «singolare è il numero dei cantanti e dei musicisti sul palco».

Per tutto il concerto, l’artista si muove tra tre pianoforti. Uno classico, acustico; uno elettrico, con un suono più ondulatorio; uno digitale, che campiona e sintetizza. Un valzer incessante tra passato, presente e futuro, reso anche attraverso una scaletta ogni volta difficile da stilare. E allora via a questo andirivieni nel tempo: “Solo”, “Dieci dita”, “Io dal mare”, “Fotografie”.

Via via la platea è sempre più coinvolta e attiva. C’è chi fa foto e video per fermare il momento, bonariamente ripreso dall’artista. Ci sono applausi ricorrenti, e addirittura una rosa lanciata sul palco. Seguono “Con tutto l’amore che posso”, “Gli anni più belli”, “Pioggia blu”, “Tutto in un abbraccio”, “I vecchi”, “Stai su”. Fino alla richiesta di quella “Ad Agordo è così” che rimanda ai soggiorni e all’amore agordini del cantante: desiderio di una spettatrice che rimarrà però inesaudito. Ma Baglioni può pescare tra più di 350 canzoni («Una volta le farò tutte, nessuna esclusa») composte in quasi 55 anni di straordinaria carriera: impossibile restare delusi.

Così, tra un siparietto e l’altro, ecco “Dodici note”, “E adesso la pubblicità”, “Ora che ho te”, “Io me ne andrei”, “Acqua dalla Luna”, e ancora “Quante volte”, “Amori in corso”, “Mal d’amore”, “Poster”, “Uomo di varie età”. Fino alla scarica finale che infila uno dopo l’altro i grandi classici. Quelli da cantare tutti insieme, in grado di far alzare gli spettatori dalla poltroncina per una spontanea standing ovation: “Avrai”, “Mille giorni di te e di me”, “Amore bello”, “Questo piccolo grande amore”, e poi “E tu come stai?”, “Sabato pomeriggio”, “E tu…”, “Strada facendo”, per finire con “La vita è adesso”.

La mezzanotte è passata da 40 minuti: è il tempo dei saluti. Con l’augurio finale di Baglioni: «Abbiate cura del passato e voglia di futuro. E la certezza che noi, in questo presente, c’eravamo».

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