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Gite scolastiche riprese a pieno ritmo a Belluno: il Segato va a Berlino, il Tiziano in Grecia

Per le uscite è necessario il rapporto di fiducia tra prof e studenti. La nuova tendenza: partire in autunno per risparmiare

Paola Dall’Anese
2 minuti di lettura
Studenti durante una gita scolastica: nel Bellunese sono riprese normalmente 

In autunno o in primavera: le gite scolastiche sono riprese quasi a pieno ritmo in provincia di Belluno.

Dopo lo stop di due anni a causa della pandemia da Covid, dallo scorso anno i dirigenti scolastici hanno iniziato a far uscire da scuola i loro studenti. Dapprima in Italia, posto sicuro anche in caso di qualche contagio tra gli studenti, ma da quest’anno le mete all’estero sono tornate in auge, quasi ovunque.

Nessun freno, quindi, come si sente a livello nazionale. La vita è tornata alla normalità nella scuola bellunese.

Le gite scolastiche

Al liceo Renier le uscite scolastiche per le classi quinte si fanno nei primi mesi di scuola. Tra ottobre e novembre i ragazzi che devono affrontare l’esame di Stato, infatti, vanno in gita. «Della cosa interessiamo i ragazzi che frequentano il quarto anno già adesso: a breve raccoglieremo le preadesioni, le preferenze delle mete, poi raccoglieremo anche i preventivi dalle agenzie di viaggio e quando il quadro è definito chiediamo l’adesione definitiva. Ma questo avviene ai primi giorni di settembre dell’anno seguente quando cioè i ragazzi sono in quinta», precisa la dirigente scolastica, Violetta Anesin.

Quest’anno i ragazzi prossimi alla maturità sono andati a Roma, mentre per il prossimo le mete sono Vienna e Praga. «Dall’anno 2023-2024 apriremo le porte all’estero», precisa Anesin. Le classi quarte invece quest’anno decideranno se andare a Milano, Siena o Torino. «Per loro la gita è fissata in primavera».

L’idea del viaggio di istruzione in autunno piace anche all’Iti Segato-Brustolon che ha intenzione di adottare questo sistema a partire dal prossimo settembre. «Abbiamo visto infatti che in quel periodo di costi sono più contenuti», precisa la vice preside Giuliana Caneve. «Per cui stiamo valutando anche noi di partire in autunno, anzichè in primavera come abbiamo fatto finora».

All’istituto tecnico i viaggi all’estero sono già partiti: quest’anno le quinte andranno a Barcellona, Praga e Berlino, mentre per le classi quarte le mete sono tutte italiane. «Abbiamo qualche problema a reperire i pullman per i viaggi per la carenza di autisti», conclude Caneve, «stiamo faticando a far quadrare le date».

Anche all’istituto Calvi si è tornati a viaggiare all’estero e così pure ai licei Galilei-Tiziano, come precisa il dirigente Andrea Pozzobon. «Per le classi quinte le mete sono sia italiane che straniere. Ad esempio quest’anno alcune quinte sono andate in Grecia».

L’accompagnamento

Per le visite di istruzione di più giorni non si fatica a trovare docenti accompagnatori, come evidenziano gli stessi presidi. «In linea generale sono un po’ sempre gli stessi docenti che si offrono ad accompagnare i ragazzi, anche perché la responsabilità aumenta di anno in anno. E non solo per il comportamento vivace dei ragazzi, ma anche perché deve esserci un rapporto di fiducia tra il docente e gli studenti», commenta Anesin che evidenzia come «i ragazzi, dopo il Covid, sono un po’ più fragili, hanno maggiori ansie e qualche difficoltà in più, per cui diventa impegnativo non soltanto la gestione durante le ore scolastiche, ma anche durante le visite di istruzione».

La responsabilità che durante la gita scolastica si assumono gli insegnanti è molta sicuramente e viene sentita dai docenti in tutte le scuole bellunesi. E malgrado i prof accompagnatori si trovino senza grossi problemi, resta comunque un problema di gestione.

«Esiste un ottimo rapporto tra docenti e studenti», precisa Pozzobon, «anche se più passano gli anni e più si sente il tema della responsabilità. I tempi attuali sono particolari, sicuramente più complicati di quelli passati e la cosa è percepita tra i docenti».

E il rapporto di fiducia è così importante che anche l’anno scorso qualche classe delle superiori non è andata in gita proprio per la mancanza di questo ingrediente tra gli insegnanti e gli studenti.

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