Rifiuti, sindaci preoccupati per il futuro: «A rischio anche la gestione del Maserot»
Scaduto il termine per l’acquisto di Dolomiti Ambiente. De Pellegrin (Val di Zoldo): stiamo perdendo un’occasione
MARCELLA CORRà
La partita rifiuti preoccupa i sindaci bellunesi. Dopo che le quattro società della raccolta (Bellunum, Valpe Ambiente, Ecomont e Ponte Servizi) hanno lasciato passare il termine per l’acquisto delle quote della Provincia in Dolomiti Ambiente, e hanno chiesto una proroga e dei chiarimenti, la soluzione a suo tempo prospettata e approvata dai primi cittadini sembra sempre più lontana. E si avvicina invece l’ipotesi che le quote della Provincia (e quindi la maggioranza di Dolomiti Ambiente) vengano messe a gara a disposizione di chiunque abbia i soldi per acquistarle.
La presidente del Consiglio di bacino rifiuti e sindaco di Limana, Milena De Zanet, è la più cauta: «Non commento quanto leggo sui giornali, aspetto che mi arrivino i documenti ufficiali da parte delle società e della Provincia. A quel punto li sottoporrò ai sindaci che costituiscono il Consiglio di bacino. In quella occasione decideremo insieme cosa fare». Resta aperta, ovviamente, l’ipotesi che i chiarimenti tecnici chiesti dalle società alla Provincia vengano dati e che in qualche modo la partita vada avanti.
I sindaci avevano deciso nel settembre scorso (anche se con numeri risicati) la strada dell’acquisto delle quote di Palazzo Piloni e le società sembravano d’accordo. Ma qualcosa si è inceppato nel frattempo, i dubbi soprattutto sul valore delle quote in vendita sono tornati ad emergere (abissale la differenza tra i 22mila euro di una perizia e i 2 milioni che chiede la Provincia, forte di altre perizie) per non parlare dei nuovi equilibri politici nel Bellunese dopo le elezioni comunali dell’anno scorso.
Andrea Bona, assessore con delega ai rifiuti per il Comune di Feltre, è preoccupato che l’impianto del Maserot finisca in mano privata. E potrebbe succedere se le quote messe all’asta dovessero venire acquistate da società, anche non bellunesi. «Noi siamo in una situazione particolare, abbiamo il 28 per cento della società Bellunum che viene governata da Belluno, pur avendo noi conferito risorse importanti. Come gli altri sindaci, abbiamo approvato l’acquisto delle quote da parte delle quattro società partecipate, ma nello stesso tempo non abbiamo nascosto le perplessità sull’operazione. La gestione dei rifiuti è una materia complicata e complessa, ed è una partita che abbiamo ereditato. Adesso serve andare in modo unitario a trovare una soluzione, ed è prioritario che l’impianto rimanga in mano pubblica».
È la stessa preoccupazione di Camillo De Pellegrin, sindaco di Val di Zoldo: «Stiamo rischiando di perdere l’occasione per gestire un bene fondamentale in modo pubblico. Se dovesse arrivare un privato a gestire il Maserot, cosa succederà se il nuovo proprietario decide di alzare il prezzo per la gestione dei rifiuti? L’autonomia dei Comuni sarebbe compromessa».
Il disegno costruito nel tempo, frutto di anni di incontri e trattative, potrebbe venire cancellato e tutto potrebbe riprendere da zero. Sempre che la Regione non decida che si è perso fin troppo tempo e proceda sulla strada del commissariamento. «Non stiamo facendo una gran figura – è il commento di Paolo Vendramini, sindaco di Ponte nelle Alpi – avevamo un percorso importante già definito, era tutto deciso e approvato. Ora tutto rallenta o addirittura si ferma. Ci vuole una maggiore concretezza, ci vogliono risposte chiare, perché quella dei rifiuti è una partita importante, che tocca in modo diretto i cittadini. È pericoloso mettere in discussione ogni volta quanto già definito. Rischiamo di vederci togliere la possibilità di decidere in autonomia».
Il corto circuito è evidente: le società sono partecipate dai Comuni, quindi dai sindaci, la Provincia è in mano ai sindaci, le assemblee decisorie delle varie società (dall’acqua ai rifiuti) sono formate dai sindaci. Eppure il rischio finale è che per gestire i rifiuti arrivi un commissario o che la gara vada ad appannaggio di una società privata.
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