Una seconda briglia a Cancia, idea della Provincia per l’ex Eni
Nuovi lavori a cui seguirà la richiesta di alleggerire il grado di rischio per l’area. Gosetti: «Sulla struttura ci sono interessi di investitori pubblici e privati»
francesco dal mas
Per la valorizzazione del villaggio dell’Eni a Borca, in particolare della vecchia colonia, la Provincia di Belluno assicura che completerà l’opera di messa in sicurezza idrogeologica del versante di montagna. Al tempo stesso chiede alla Regione di verificare, una volta conclusi i lavori, se sarà possibile aggiornare – alleggerendola – la mappa del rischio. Mitigandola, ovviamente, perché – ammette il consigliere provinciale delegato alla Difesa del Suolo, Mattia Gosetti – azzerare il rischio è impossibile. La struttura si trova infatti alle pendici dell’Antelao, in zona individuata dal Pgra (Piano di gestione del rischio alluvionale) come arancione, rischio elevato, ai margini di zona rossa, rischio molto elevato. La colonia mantiene tuttora la possibilità del carico urbanistico originario, previsto fino a quando l’edificio veniva utilizzato (siamo ai primissimi anni Novanta, quando ospitava 600 bambini più 200 persone di servizio), e la proposta dell’eventuale villaggio olimpico si limiterebbe a recuperare 450 posti (la copertura richiesta per i Giochi individuerebbe anche strutture contermini).
«La Provincia ha realizzato negli ultimi anni un importante sistema di mitigazione del rischio, con l’allontanamento della parte liquida di colata dalla parte solida, e con una briglia selettiva di tipologia “Sabo Dam”», puntualizza Gosetti, «un intervento imponente, a cui dovrà seguire un secondo stralcio, per realizzare una seconda briglia».
Un intervento, questo, che non cancella il rischio, ma appunto lo mitiga.
«E’ necessario farlo per dare maggiore sicurezza agli abitanti della zona, in particolare di Cancia, e per evitare che detriti della colata arrivino sull’Alemagna», precisa Gsetti, «le norme tecniche di attuazione del Piano di gestione del rischio di alluvioni, come definite dall’Autorità di bacino, prevedono all’articolo 6 che il piano possa essere aggiornato a seguito di interventi di mitigazione. E per questo chiediamo un aiuto alla Regione Veneto per capire se sarà possibile aggiornare la mappa del rischio, una volta ultimate le opere di difesa finora realizzate».
Gosetti è anche presidente dell’Unione Montana.
«Il villaggio dell’Eni merita un rilancio e per questo, come Unione montana e come Provincia, sosteniamo l’impegno del Comune di Borca. Ci sono interessi pubblici e perfino di investitori privati».
Tre anni fa si era palesato un investitore francese, disposto ad impegnare 30 milioni per l’acquisto di una parte del villaggio. Il sindaco di Borca, Bortolo Sala, ha verificato con la proprietà della struttura che un confronto è possibile. Ieri pomeriggio, a Cortina, il presidente della Provincia, Roberto Padrin, ne ha riparlato con Luigi Valerio Sant’Andrea, commissario per le infrastrutture olimpiche. «Il progetto di valorizzazione gliel’avevo illustrato ancora nel corso di un incontro avvenuto a Cortina, per un eventuale utilizzo a fini olimpici. Se non sarà questa l’occasione, ci orienteremo subito verso altre possibilità, Abbiamo già raccolto l’interesse attivo delle Università su questo fronte, e anche dell’Ater per la gestione della parte di social housing fondamentale per dare un servizio alla residenzialità in montagna».
I commenti dei lettori