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Strade, la Filt Cgil boccia la convenzione tra Provincia di Belluno e Anas

Le rsu di Veneto Strade preoccupati per il loro futuro: «Cedute le arterie principali per soli 3,5 milioni di euro. I lavoratori che fine faranno?»

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Alessandra Fontana (Filt Cgil veneto) con le rsu di Veneto Strade e funzionari del sindacato

 

Lavoratori ed esponenti della Filt Cgil di Belluno e veneta preoccupati per l’approvazione in consiglio provinciale dello schema di convenzione con Anas per la gestione delle strade. I lavoratori per ora in forza a Veneto Strade vedono diventare sempre più incerto non solo il loro futuro occupazionale ma anche la tenuta complessiva della rete viaria provinciale. «Con questa convenzione Palazzo Piloni perde la gestione delle strade più strategiche per il territorio tra cui l’arteria principale rappresentata dalla Sp1. E tutto questo per soli 3,5 milioni di euro all’anno secondo le nostre stime. Cosa succederà di noi alla fine del 2024?», si chiedono le rsu Filt Cgil di Veneto Strade, Nicola Zambelli e Luigi Bortoluzzi, gli esponenti del direttivo Filt Fabio Rapicavoli e Roberto Bona e il referente della segreteria provinciale Luca Sommavilla.

LE PREMESSE

Tutto nasce negli anni 2000 quando il governo cede parte della propria rete viaria alla Regione che in delega le cede alla Provincia. Provincia che decide di affidarle alla neo costituita Veneto Strade di cui assieme alle altre province venete, alla Regione e alle società autostradali è proprietaria. Tramite un accordo la Provincia si impegna a trasferire a Veneto Strade i 15 milioni di euro per le strade ex Anas (grazie a trasferimenti statali) e i 7 milioni per le strade provinciali storiche. Ma i trasferimenti statali saltano con la riforma Delrio del 2014. Per cui da quel momento trovare i 15 milioni diventa un dramma per palazzo Piloni. Finché nel 2019 si parla di un progetto di riclassificazione delle strade garantendo la loro gestione ad una Veneto Strade 2.0 dove insieme alla Regione entra come socio di maggioranza Anas. Sono 470 i km di strade bellunesi su 1.200, che vengono riclassificate cioè ritornano nelle disponibilità del demanio.

PRESA DI POSIZIONE DELLA FILT

«Negli anni il progetto viene stravolto: dell’ingresso di Anas in Veneto strade non c’è traccia, né delle garanzie della gestione di tutta la rete viaria a Veneto Strade nè del futuro del personale», precisa Luca Sommavilla che aggiunge: «La Provincia di Belluno però ha deciso di continuare il piano per cedere le strade forse seguendo la cura del ferro invocata dall’ex ministro Delrio consigliato dall’ex deputato De Menech, e così superare il problema delle risorse. Ma alla fine la convenzione con Anas per ora dura due anni e le strade concesse porteranno nelle casse di Palazzo Piloni solo 3,5 milioni di euro». «Una somma insignificante se si doveva fare cassa e per le strade strategiche cedute», dice anche Alessandra Fontana della Filt Cgil veneto.

NO AL MODELLO ANAS

«E in più abbiamo perso quel modello virtuoso prospettatoci dall’assessore De Berti che era Veneto Strade. In provincia ci siamo mossi in direzione contraria scivolando verso il modello Anas dove solitamente la manutenzione viene data in appalto a ditte esterne, dove si cerca di fare cassa aprendo accessi sulle strade aumentando così i tempi di percorrenza - destino che potrebbe toccare anche alla Sinistra Piave - e dove il personale viene scelto con concorsi nazionali rendendo difficile l’accesso ai nostri lavoratori che rischiano di finire a lavorare chissà dove. Inoltre il modello Anas dialoga poco con i territori e non promuove alcun tipo di contrattazione se non legata all’ambito nazionale», dicono dal sindacato lanciando l’allarme.

L’ALLARME

«Scadute le convenzioni con Veneto Strade entro il dicembre 2024, cosa sarà dei lavoratori già ridotti all’osso? Sono 67 quelli che operano sulle strade, con squadre da due-tre persone. Secondo gli accordi del passaggio del personale a Veneto Strade i dipendenti dovrebbero ritornare in capo alla Provincia. Ma cosa faremo», chiedono le rsu che evidenziano come l’eventuale passaggio alla Provincia «dovrà garantire tutti i diritti acquisti. La Provincia ci convochi». 

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