Accoglienza profughi, a Belluno i sindaci chiedono più risorse. Ma la proposta di convenzione è bocciata
Comuni in forte difficoltà a gestire procedure e costi dell’ospitalità, l’appello del prefetto: «Sensibilizzate il terzo settore»
Paola Dall’Anese
Profughi appena sbarcati a Lampedusa
(ansa)Sono le spese per vitto e alloggio quelle che preoccupano di più i sindaci bellunesi nella gestione dell’emergenza migranti. La mancanza di alloggi, sta infatti costringendo i Comuni a ricorrere al supporto di alberghi o di appartamenti presi in affitto ma tutto questo ha un costo.
No alla bozza di convenzione
Ed è per questo che alcuni comuni tra cui Longarone, come spiega lo stesso vice sindaco Alì Chreyha, Ponte nelle Alpi, Limana, Alpago, qualche tempo fa hanno presentato alla Prefettura una bozza di convenzione per ottenere così il rimborso delle spese. Ma la richiesta non è stata accolta. «Ho presentato la bozza di convenzione pervenutami dai sindaci agli uffici ministeriali che non l’hanno accolta perché supera quella quota che il governo mette a disposizione a questo scopo (31 euro al giorno pro capite, ndr)», commenta il prefetto Mariano Savastano al termine del vertice svoltosi ieri con i sindaci del territorio.
Sindaci allo stremo
Un incontro in cui i primi cittadini hanno fatto sentire tutta la fatica nel gestire questa emergenza. «Noi accogliamo questi profughi che vengono da situazioni davvero penose», commentano Milena De Zanet e Stefano Deon rispettivamente a capo dei comuni di Limana e Sedico.
«Ma nelle condizioni in cui ci troviamo anche il governo dovrebbe venirci incontro, dandoci qualcosa in più per garantire i servizi minimi, quali vitto e alloggio».
Dello stesso avviso anche alcuni sindaci dell’Agordino da Mauro Soppelsa di Cencenighe a Stefano Da Zanche di Golsado fino a Giuseppe Schena di Voltago che hanno sottolineato come «noi siamo costretti a chiudere l’illuminazione la notte per non alzare le tasse ai nostri cittadini, e poi dobbiamo togliere dai bilanci i costi di questa emergenza. Dobbiamo rendere conto ai nostri concittadini».
Anche per il sindaco di Rocca Pietore, Andrea De Bernardin serve un cambio di passo del governo. «Dobbiamo far capire bene a tutti che anche in Italia si fatica a gestire questa emergenza. Con 1.500 sbarchi al giorno la situazione è molto complicata».
E così il carico di responsabilità in capo agli amministratori sta diventando molto gravoso come ha evidenziato anche Ivan Minella, primo cittadino a Santa Giustina che chiede a gran voce un intervento immediato del governo a sostegno dei costi. «Servono delle cooperative per la gestione dei migranti per garantire a queste persone oltre al vitto e alloggio anche un supporto psicologico, sanitario. Non possono essere trattati senza quella dignità riservata a tutti gli esseri umani».
Preoccupazione del prefetto
E in effetti anche lo stesso prefetto si dice preoccupato dell’andamento del fenomeno. Accenna, infatti, al fatto che «i numeri di sbarchi in questi primi mesi invernali del 2023 sono pari a quelli registrati l’estate scorsa. Per cui adesso che andiamo verso la buona stagione temiamo un aumento dell’ondata di arrivi».
Ed è per questo che ieri ha voluto chiamare a raccolta i primi cittadini per spiegare loro le regole del sistema italiano di accoglienza e integrazione che va dai Sai ai Cas, dagli accordi di collaborazione fino alle gare europee per reclutare soggetti del terzo settore che gestiscano i profughi.
Ad oggi tutti questi strumenti sono già in uso e sono al completo. «Per questo chiediamo ai sindaci di sensibilizzare parrocchie, associazioni di volontariato, del privato sociale, associazioni di migranti, ma anche benefattori a darci una mano per aiutare i comuni e i migranti che arrivano nel nostro territorio».
Nell’ultimo periodo sono arrivati una trentina di stranieri direttamente dalle rotte asiatiche o africane che sono stati ospitati in parte tramite i sistemi di accoglienza canonici, in parte dalle amministrazioni comunali.
Ad oggi le strutture convenzionate tramite bandi o accordi stanno accogliendo oltre 200 persone (compresi i profughi ucraini) a cui si aggiungono una ventina distribuiti nei singoli comuni. Ma altri due migranti arriveranno oggi (sono già in viaggio, ndr) e saranno sistemati nelle strutture della cooperativa Dumia dove si sono liberati due posti perchè altrettanti stranieri se ne sono andati (uno ha trovato lavoro). «Nel 2022 sono stati 128 i migranti che hanno trovato un impiego e si sono integrati, mentre nei primi mesi del 2023 sono già 34», conclude i il prefetto.
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