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Un numero di telefono h24 per le emergenze sociali nel Bellunese

I sindaci studiano un servizio specifico che funzionerà 365 giorni all’anno. Lo scopo è dare pronte risposte ai bisogni di persone povere o emarginate

Paola Dall’Anese
1 minuto di lettura
Un anziano alla mensa dei poveri 

Una centrale operativa telefonica attiva h24 per gestire le emergenze sociali. È su questo progetto che la Conferenza dei sindaci dell’Ulss 1 Dolomiti sta lavorando all’interno del nuovo Piano di zona. anche in base alle linee guida regionali ed europee. Obiettivo: garantire una risposta alle persone povere o emarginate, favorendo la loro inclusione sociale.

Il nuovo servizio denominato “pronto intervento sociale” è al centro della discussione dei tavoli distrettuali dei comitati dei sindaci. tavolo che si appresta a elaborare il nuovo Piano sociale che dovrà essere concluso entro la fine di marzo. Il tempo stringe: i primi cittadini, infatti, non sono ancora arrivati alla definizione complessiva del progetto che peraltro è necessario. Lo hanno dimostrato le ultime emergenze umanitarie, con l’arrivo in provincia prima dei migranti e poi degli ucraini.

«Poter contare su un servizio aperto sette giorni su sette e 24 ore su 24 sarebbe molto importante per dare una risposta a chi ha bisogno di un alloggio o di qualsiasi altra cosa», precisa il referente della Caritas diocesana, il diacono Francesco D’Alfonso. «Anche nella gestione della nuova ondata di migranti abbiamo riscontrato che è importante che ci sia qualcuno preparato in grado di dare risposte immediate. Perché un conto è se le richieste di aiuto arrivano dal lunedì al venerdì, un altro conto è se arrivano nel week end quando gli uffici sono chiusi e il personale preposto è a casa. Le risposte si danno comunque, certo, ma con maggiore difficoltà. Avere un numero telefonico da chiamare per ottenere un supporto logistico efficace ed efficiente sarebbe l’ideale».

Ne è convinto anche l’assessore al sociale del Comune di Belluno, Marco Dal Pont, che lavora ai tavoli per il Piano di Zona. «L’obiettivo è garantire una reperibilità nei fine settimana per gestire le emergenze. Questo darebbe una certa continuità della presa in carico di chi è in difficoltà anche con gli uffici comunali chiusi. Al momento stiamo ragionando anche sulla messa in pratica di questo servizio di pronta emergenza: attivare un numero telefonico dedicato sembra la strada migliore», dice Dal Pont.

Resta ora da capire se questo servizio sarà a valenza provinciale o se i Comuni, almeno quelli più grandi, dovranno lavorare in autonomia: «Oltre a verificare quante richieste di intervento arrivano nel weekend nel corso dell’anno, stiamo studiando la sostenibilità economica del progetto che potrebbe vedere il coinvolgimento di personale comunale e anche delle associazioni di volontariato».

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