Una società innovativa da 100 milioni: «Gli acquedotti produrranno energia»
Sommavilla illustra il piano di fusione tra Bim Gsp e Bim Infrastrutture e parla dei progetti legati all’idroelettrico
Irene Aliprandi
Una società con un patrimonio netto da 100 milioni di euro, una produzione di energia di circa 37 milioni di chilowattora e in grado di proporsi come multiutility e di occuparsi di un’ampia gamma di servizi pubblici, dai rifiuti alla gestione dell’idroelettrico. Non c’è solo l’acqua nel futuro di Gsp, che con il voto dei sindaci nell’assemblea di mercoledì ha ricevuto il primo via libera alla fusione per incorporazione con Bim Infrastrutture.
I tempi
Il percorso richiede ancora diversi passaggi, a partire dalle delibere delle giunte dei Comuni soci entro fine aprile. Il presidente, Attilio Sommavilla, prevede per giugno il perfezionamento della cessione del ramo gas di Infrastrutture, dopodiché servirà una serie di altri passaggi tecnici, che porterà la fusione a diventare efficace con il primo gennaio 2024.
Le potenzialità
A rendere interessante Bim Infrastrutture dopo la vendita delle reti del gas, non è solo il ricavo, ma anche l’attività residua, come spiega Sommavilla. «Infra gestisce 36 centraline idroelettriche, delle quali 20 sono su acquedotto, con una potenza totale installata di 7.846 kW e una produzione di circa 28 milioni di kWh. Inoltre, gestisce l’impianto di teleriscaldamento a biomassa di Santo Stefano di Cadore (84 clienti; 2.128.383 kWh nel 2022) e il servizio di distribuzione di GPL in cinque Comuni: Comelico Superiore, Ponte nelle Alpi, Santo Stefano di Cadore, Sappada, e Val di Zoldo (294 clienti; 70.000 Smc). L’intenzione è quella di potenziare l’attività di produzione di energia attraverso diversi progetti che abbiamo già abbozzato. Si va dagli impianti fotovoltaici su siti del servizio idrico integrato e su altri siti individuati dai Comuni soci (discariche dismesse, aree residuali, tetti, ecc.) ; agli impianti idroelettrici su serbatoi e su condotta in corrispondenza di riduzioni di pressione. Inoltre prevediamo la realizzazione di impianti ad idrogeno e a biomassa».
Le prospettive
Nei piani della fusione c’è anche una delle sfide più rilevanti dei prossimi anni per la provincia di Belluno: quella della scadenza delle concessioni idroelettriche, per la quale Gsp vuole proporre piani di azione ai Comuni, ma anche nel campo dell’efficientamento e del risparmio energetico, oltre che per l’autoconsumo e le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER).
«È un piano ambizioso, ma parliamo di una società che avrà un patrimonio netto di 100 milioni legato al fatto che unisce due società: una ripulita dai debiti (Gsp), l’altra che porta in dote il ricavato della vendita della rete del gas. Questa società che si metterà nel mercato per cercare finanziamenti per fare questi nuovi investimenti avrà una capacità importante di fronte al sistema bancario, perché se hai 100 milioni di capitale ne puoi chiedere almeno altrettanti».
I progetti
Vale la pena citare alcuni dei progetti già immaginati da Bim Gsp e Bim Infrastrutture per il loro futuro insieme. Per quanto riguarda gli impianti fotovoltaici, si pensa di sfruttare gli impianti del servizio idrico integrato (depuratori) di Marisiga, Levego, Mel – Pagognane, Sedico – Oselete e Santa Giustina. Inoltre, su serbatoi dell’acquedotto di Ponte nelle Alpi – Coltron, Sedico – Noal, Trichiana – Corlonch e Lentiai – San Donato. Nel complesso una potenza installata di circa 295 kW e una produzione attesa di circa 350.000 kWh/anno. Passando ai siti dei Comuni, allo stato attuale le richieste corrispondono ad una potenza installabile di oltre 2.000 kW e una produzione di circa 2.200.000 kWh, con un investimento stimato pari a 4 milioni di euro.
Per quanto riguarda l’idroelettrico, si pensa ad impianti su serbatoi del servizio idrico per circa 315 kW di potenza installata e una produzione attesa di circa 2 milioni kWh. I candidati sono: Val Clusa (Sedico), Noal (Sedico), Niccia (Borgo Valbelluna), Tordera (Borgo Valbelluna), Serrai (Rocca Pietore) e Anfela (Pieve di Cadore).
Risulta però molto conveniente anche realizzare impianti idroelettrici in corrispondenza di riduttori di pressione (sono in corso di valutazione 20 posizioni): non meno di una quindicina di impianti per una potenza installata di circa 450 kW (produzione attesa di circa 2 milioni di kWh); e microturbine da installare su posizioni da definire.
I rifiuti
Un altro settore che potrebbe coinvolgere Bim Gsp è quello dei rifiuti, ma Sommavilla sottolinea come il ragionamento sia prematuro: «Noi siamo soci di Dolomiti Ambiente al 9% e abbiamo una prelazione sull’acquisto della società in caso di gara. Questo ha senso nel momento in cui le politiche in atto a livello provinciale non riuscissero ad addivenire all’obiettivo di gestione pubblica attraverso l’affidamento diretto a un’unica società, processo che mi sembra si sia incagliato. Ma è tutto da vedere e da studiare».
Mandato in scadenza
Tra un mese l’attuale cda di Bim Gsp terminerà il suo triennio di mandato: «Abbiamo portato quasi 60 milioni nelle casse della società extra tariffa, oltre ai fondi Vaia. Questo consiglio d’amministrazione secondo me ha fatto un bellissimo lavoro e mi pare che il rapporto di fiducia tra noi e i sindaci si sia consolidato. Spetta ai sindaci valutare come si proseguire la strada. Io sono arrivato qui quasi per caso, ma oggi mi piacerebbe continuare a seguire ancora per un po’ quello che abbiamo avviato».
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