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Slongo e i vent’anni di Giro delle Mura di Feltre: «La formula vincente? Avere i campioni»

Dal 2003 ha guidato l’associazione: «Felice di avere costruito una collaborazione con le altre realtà del volontariato»

raffaele scottini
2 minuti di lettura
Gianpietro Slongo con Gaia Sabattini e Yeman Crippa che hanno gareggiato al Giro delle Mura 

Vent’anni a lanciare la volata di una manifestazione arrivata a tagliare grandi traguardi, in testa al gruppo da presidente-operaio, come lo chiamano i suoi collaboratori perché gli piace rimboccarsi le maniche. Dopo aver guidato il consiglio direttivo del Giro delle mura dal 2003 al 2023, Gianpietro Slongo ha ceduto il testimone a Diego Da Col per scrivere il prossimo capitolo dell’associazione che dal 1989, l’anno della prima edizione, porta in città la festa dell’atletica.

«Quando ho chiesto, ho sempre trovato aiuto da tutte le associazioni e quando le altre associazioni chiedevano, il Giro delle mura era presente», sottolinea Gianpietro Slongo. «Quello che abbiamo acquistato negli anni, come le transenne, era a disposizione anche degli altri. Tengo a questa mentalità di aiuto reciproco e collaborazione tra associazioni piccole e grandi. Le linee guida date negli anni permettono di andare avanti, ma è giusto lasciare spazio a idee e metodologie nuove. Sarei felice se il Giro delle mura diventasse ancora più accattivante».

Come sono stati questi vent’anni da presidente?

«Sono stati bellissimi, non è un lavoro, ma un divertimento, il piacere di fare qualcosa tra noi con il sorriso. È un’esperienza che mi ha dato moltissimo nel rapporto con i volontari, mi ha fatto conoscere gli enti pubblici, mi sono relazionato con gli sponsor e mi ha aiutato anche nella crescita professionale da Vigile del fuoco. Devo dire grazie a tutti i miei colleghi, pronti in ogni occasione a dare una mano, sempre fuori servizio».

Qual è la formula vincente della manifestazione?

«Avere campioni che si vedono in televisione alle Olimpiadi e nei grandi eventi, con un contorno di gare che ha visto l’inserimento della staffetta mista uomo-donna Running Seven laps, l’aggiunta l’anno scorso delle qualifiche per gli atleti locali che diventa qualcosa di bello per il territorio, gli amatori, il miglio dei Comuni che è sempre importante per far crescere i ragazzi e fargli conoscere il Giro delle mura. La gara dei Vigili del fuoco ha avuto dei momenti topici quando abbiamo raggiunto oltre 330 partecipanti».

La manifestazione ha saputo anche reinventarsi.

«Quando abbiamo tolto “Sport in piazza” il venerdì sera perché era sempre più difficile da proporre, abbiamo pensato a una Urban trail con la lucetta frontale, partenza al tramonto e arrivo con il buio per far scoprire la città. Tengo molto al territorio, al nostro paesaggio, e attraverso lo sport è un bel modo di farlo vedere agli altri».

Come può continuare a crescere?

«Facendo sentire gli spettatori ancora più partecipi alla gara, più a contatto con i campioni, dando risalto alla presentazione degli atleti come abbiamo iniziato a fare, seguendo la linea delle dirette streaming, con i commenti tecnici».

L’edizione più bella e quella più difficile?

«L’ultima è stata bellissima, con Yeman Crippa che nell’intervista dopo la vittoria dei 10000 metri agli Europei a Berlino ha detto in diretta alla Rai che sarebbe venuto a Feltre perché qui è tra amici. Un’altra bella cosa è essere andati al Senato e alla Camera dei deputati a Roma a far conoscere il Giro delle mura, portando dei messaggi di solidarietà dopo il terremoto di Amatrice e di promozione dello sport paralimpico. Siamo molto legati al sociale e con la sanità. Un’edizione con tanti pensieri invece è stata quella del 2018, quando avevamo fuori quasi mille persone per l’Urban trail ed è scoppiato il temporale con vento forte».

Qualche cruccio?

«Nel 2013 era tutto preparato per la diretta Rai, ma per questioni burocratiche di Federazione non è andata. Però è acqua passata»

Quali sono gli atleti ai quali sei rimasto più legato?

«Per amicizia parto da Gianni Poli, che torna ogni anno. Ha corso qui un giovane Stefano Baldini, ricordo Vincenzo Modica, sicuramente Yeman Crippa. E Gabriele De Nard, il nostro campione di casa, che tuttora ci aiuta e collabora».

Il Giro delle mura è una festa della città, ma anche familiare.

«La domenica, da sempre i volontari terminavano nel cortile di casa mia con tavolate da cinquanta persone dopo aver smontato tutto e ripulito, perché bisogna lasciare la città com’era prima».raffaele scottini

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