In evidenza
Sezioni
Magazine
Annunci
Quotidiani GNN
Comuni

Aspetta a casa il rivale in amore e lo aggredisce con un rastrello

Due carabinieri erano rimasti contusi durante la lite: in tribunale sono stati risarciti. L’uomo si è scusato: «Purtroppo ho perso la pazienza, adesso perdonatemi»

Gigi Sosso
1 minuto di lettura

Scopre l’infedeltà della moglie e dà la caccia al rivale. Gli tende un agguato sotto l’abitazione di via Vittorio Veneto a Belluno e, quando l’altro arriva, lo aggredisce con calci e pugni. L’uomo era anche “armato” di un piccolo rastrello e di una forchetta, che teneva nascosti sotto la giacca.

Non solo ha malmenato colui che riteneva responsabile del naufragio della sua relazione, ma se l’è presa anche con i carabinieri chiamati dalla madre della parte offesa. Quelli della pattuglia e un terzo intervenuto di rinforzo. Un brigadiere e un appuntato scelto sono stati ripetutamente colpiti mentre tentavano di separare i due contendenti, riportando il primo dei traumi al braccio e al ginocchio sinistri e il secondo danni all’unghia di una mano. Niente di grave. Entrambi i militari si sono fatti refertare al Pronto soccorso dell’ospedale San Martino e, nell’udienza in tribunale, l’imputato ha staccato degli assegni circolari non trasferibili, come anticipo del risarcimento danni. Accettati, davanti agli occhi del giudice Federico Montalto.

Lo stesso imputato ha reso delle brevi dichiarazioni spontanee, come è suo diritto: «Ho perso la pazienza, mi scuso con i carabinieri per quello che è successo».

Si era avvalsa della facoltà di non testimoniare l’ex moglie, come è suo diritto, dal momento che la coppia viveva da separata in casa con dei figli, mentre hanno raccontato i fatti i carabinieri, partendo dal momento in cui alle 15.40 sono stati chiamati a intervenire. Al numero di emergenza 112 era arrivata una telefonata da parte di una donna che aveva segnalato la presenza di una persona violenta all’esterno dell’abitazione. Un uomo, che non ce l’aveva con lei, ma con il figlio, che stava tornando a casa. Quando l’ha visto arrivare, ha esclamato una frase che non lasciava spazio alla fantasia e gli si è avventato contro, cominciando a colpirlo con calci e pugni. Aveva anche rastrello e forchetta e c’era davvero il pericolo che la situazione degenerasse ulteriormente. I carabinieri si sono messi in mezzo nel tentativo di separare e riportare alla calma i due e hanno sofferto a loro volta dei colpi, vedendosi costretti a usare il manganello di ordinanza, meglio conosciuto come “tonfa”.

La scazzottata si è interrotta ed è scattato l’arresto. L’indagato ha rifiutato il trasporto in Pronto soccorso, pur essendo contuso ed è stato portato nel carcere di Baldenich. Discussione e sentenza il 24 aprile.

2

Articoli rimanenti

Accesso illimitato a tutti i contenuti del sito

1€ al mese per 3 mesi

Attiva Ora

Sblocca l’accesso illimitato a tutti i contenuti del sito

I commenti dei lettori