Laghetti della Rimonta a secco: «Anche le falde sono ai minimi»
L’allarme del Gruppo Natura Lentiai: «È il secondo anno di fila che la cosa si ripete. Ormai l’acqua la vediamo massimo per un mese, e va sempre peggio»
ivan ferigo
Grido d’allarme del Gruppo Natura Lentiai: per il secondo anno di fila, la prolungata siccità ha prosciugato i laghetti della Rimonta a Borgo Valbelluna. Un problema non isolato, bensì generalizzato: un segno evidente del cambiamento climatico in corso.

«Settimanalmente si registra il peggioramento di una situazione che appare irrimediabilmente compromessa, anche a fronte di prossime e auspicate precipitazioni», scriveva qualche giorno fa il Gruppo Natura, «l’assenza di pioggia a febbraio e marzo torna a fare intravvedere lo spettro della siccità in tutta Italia. Le temperature miti dei mesi scorsi fanno sì che il già scarso manto nevoso nelle regioni alpine si assottigli ulteriormente. La situazione nell’arco alpino è preoccupante e rispecchia quella dell’anno scorso, con la differenza che le falde si sono abbassate di molto. È in pericolo la regolare fornitura d’acqua. Quanto sta succedendo ai laghetti della Rimonta è un chiaro esempio dei cambiamenti climatici in corso, come d’altronde il parziale prosciugamento del lago di Santa Croce».
Un avvertimento ora rilanciato dagli stessi volontari. «Sono 40 anni che curiamo la zona. È un cambiamento progressivo, ma negli ultimi due anni c’è stata una forte accelerazione del fenomeno», rimarcano, «questa mancanza di precipitazioni e di piene regolari in autunno e in inverno fa sì che la vegetazione abbia conquistato tutto il greto del torrente. Fino a 15 anni fa l’acqua era di regola presente per 6-7 mesi l’anno, poi la portata si è ridotta progressivamente, e ad oggi purtroppo non ce n’è per più di un mese. E pensare che tra Cinquecento e Seicento sul Rimonta veniva effettuata la fluttuazione del legname dalla Val dei Boschi fino a Bardies, e fino agli anni ‘50 del secolo scorso erano attivi almeno tre mulini. E che fino agli anni ‘40 le risorgive dei laghetti alimentavano una roggia che portava acqua agli opifici di Molin Novo».
Il discorso non riguarda solo i laghetti della Rimonta: «Ci sono parecchie sorgenti nell’area di Borgo Valbelluna che stanno soffrendo e si stanno prosciugando», spiegano ancora dal Gruppo Natura, «ci vorranno 2-3 anni di precipitazioni regolari per tornare ad una situazione di quasi normalità. Ci troviamo nelle stesse condizioni dell’anno scorso, quando però l’acqua in falda era ancora ad un buon livello. Oggi invece le riserve sono praticamente a zero. Diventa difficile così gestire l’agricoltura e la biodiversità. Quando manca l’acqua, manca a tutta la fauna che ci vive attorno. E in montagna tutte le pozze d’abbeveraggio sono vuote: sarà un problema per chi va a monticare. È un problema grave, da non sottovalutare. È necessario che ogni cittadino metta in atto comportamenti virtuosi per risparmiare l’acqua».ivan ferigo
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