Quattromila firme in 48 ore: «Vogliamo salvare le Neurologie di Belluno e Feltre»
L’iniziativa di Gloria Pocchiesa, malata di sclerosi multipla. «La giunta Zaia garantisca il nostro diritto a essere curati»
Paola Dall'Anese
L’ospedale San Martino di Belluno
Sono più di quattromila le persone che hanno firmato l’appello lanciato due giorni fa da Gloria Pocchiesa Marian, la malata di sclerosi multipla del Comelico che, insieme ad altri malati come lei, sta portando avanti con tenacia la battaglia per salvare i reparti di Neurologia del Bellunese.
Dopo aver denunciato nei giorni scorsi su tutti i media cosa significa essere malati di sclerosi multipla e quale sia l’importanza di un servizio neurologico per il percorso terapeutico e l’assistenza sanitaria di questi pazienti, ha deciso di avviare una campagna di sensibilizzazione proprio sul mantenimento dei due reparti in provincia. Pocchiesa ha anche raccolto diverse testimonianze di malati di sclerosi per far capire la situazione di chi vive in montagna, dove ogni servizio diventa fondamentale per la sopravvivenza dei suoi abitanti.
Non vedendo arrivare alcuna risposta, ha deciso di avviare la raccolta di firme “No alla chiusura dei reparti di Neurologia di Belluno e Feltre”. L’iniziativa è partita sulla piattaforma online “change.org” lunedì e già ieri, aveva raggiunto oltre 4mila aderenti. L’obiettivo fissato da Pocchiesa è 5mila sottoscrizioni, ma se si va avanti di questo passo, saranno molte di più.
«Sono davvero emozionata, commossa e grata a tutti coloro che stanno aderendo a questa mia campagna per salvare la Neurologia. La gente mi ferma perfino per strada, a Comelico Superiore dove abito, per dirmi che ha firmato o che firmerà la petizione. Non avrei mai creduto che tutto questo potesse succedere, che una persona normale come me potesse smuovere tante coscienze. Ringrazio tutti per questo».
Gloria Pocchiesa Marian intende tenere aperta la sottoscrizione per alcune settimane e poi portare tutte le firme raccolte in Regione, «laddove si decidono le sorti della nostra sanità», puntualizza. «La notizia della possibile chiusura di uno dei reparti di Neurologia lascia sgomenti e impauriti la sottoscritta e tutti i 450 malati di sclerosi multipla della provincia. Tutti parlano dei medici che non vogliono venire qui, che bisogna attrarli in qualche modo, della difficoltà a trovare personale, degli incentivi che si danno a questi professionisti, ma nessuno parla mai dei malati che dipendono da questo servizio. Esistono i diritti di tutti, ma quelli dei pazienti dove sono finiti?».
Pocchiesa evidenzia che «la politica sanitaria provinciale e regionale si nasconde dietro la volontà dei medici, giustificando la scelta della chiusura di un reparto con “il medico non vuole restare sul territorio”. Noi malati di sclerosi multipla non abbiamo scelto di ammalarci e abbiamo dovuto rivedere tutta la nostra vita per questo. Chiediamo a chi segue le funzioni della sanità bellunese di fare una scelta, perché se per la malattia scelta non c’è, per la cura sì. Belluno è in Veneto e noi bellunesi abbiamo lo stesso diritto ad essere curati di chi vive in pianura».
Gloria chiama tutti a raccolta: «Facciamo sentire la nostra voce, chiediamo alla Regione di garantire ai pazienti neurologici le cure necessarie con reparti funzionanti e personale medico presente in modo costante e non a gettone e in numero adeguato. Dobbiamo farci sentire», conclude Gloria Pocchiesa Marian. E la sua voce è stata sentita, l’adesione alla raccolta firme online è grande. A questo punto c’è da chiedersi se questa mobilitazione riuscirà a cambiare la situazione e a invertire la rotta del depauperamento dei reparti e della sanità. Lo sapranno i malati, quando porteranno di persona le firme raccolte direttamente a Venezia.
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