In evidenza
Sezioni
Magazine
Annunci
Quotidiani GNN
Comuni

Belluno, violentata dal titolare dentro a un furgone. Le testimonianze in aula

Lui l’avrebbe bendata promettendo una sorpresa ma si trattava di un materasso sistemato nel mezzo per fare sesso comodamente

Irene Aliprandi
1 minuto di lettura

La sera del 25 settembre 2020 lui le bendò gli occhi con la promessa di una bella sorpresa, ma lei non ne fu per niente contenta, anzi. La sorpresa, infatti, consisteva nell’aver messo nel furgone un materasso dove fare sesso comodamente, rapporto che sarebbe stato consumato contro la volontà della donna, che successivamente ha deciso di denunciarlo per violenza sessuale.

Due rapporti non consenzienti

Un uomo di 43 anni (difeso dall’avvocato Michele Beni di Treviso) è a processo con l’accusa di aver abusato di una sua dipendente di qualche anno più giovane (parte civile con l’avvocato Mauro Gasperin) con la quale aveva iniziato una relazione da qualche settimana.

Gli incontri si svolgevano nel furgone di lui, perché la casa era in ristrutturazione e lei aveva detto, sia a lui che ad alcuni amici, che di quella situazione non ne voleva più sapere. I rapporti non consenzienti sarebbero due, ma è dopo il secondo, quello del materasso, che la donna ha deciso di chiedere aiuto. A quel punto è scattato il codice rosso e la vittima è stata sentita subito dal pm in incidente probatorio.

Nella prima udienza di ieri hanno parlato diversi testimoni dell’accusa: uno psicologo dell’Ulss, due dipendenti dello stesso ristorante pizzeria, due amiche della ragazza, un’operatrice di Belluno Donna e uno psicologo sessuologo del consultorio.

I professionisti hanno confermato la corrispondenza tra i contenuti del capo d’accusa e il racconto che la donna ha fatto quando ha deciso di chiedere aiuto e di denunciare il suo titolare.

I testimoni dipendenti

Più faticose, al limite della reticenza, le testimonianze del cuoco e di una cameriera del locale. Quest’ultima, tra le altre cose, ha raccontato di essere stata avvicinata da un avvocato lo stesso giorno in cui era stata convocata dai carabinieri che hanno svolto le indagini. L’avvocato, del quale la cameriera dice di non ricordare nome né connotati, le ha chiesto cosa sapeva ponendole più o meno le stesse domande che poco dopo ha sentito dai militari.

Ad incoraggiarla a parlare con quell’avvocato è stata la madre dell’imputato, ma anche lui stesso ha dimostrato interesse per la deposizione della cameriera, che continua a lavorare nel locale anche attualmente.

Secondo le accuse, l’uomo avrebbe approfittato della sua dipendente costringendola prima ad un rapporto orale tenendole immobilizzata la testa e poi, davanti al rifiuto di lei, ad un rapporto completo prendendola a schiaffi. Lei ha tentato di difendersi e di colpirlo ma senza riuscirci. Nella prossima udienza del 28 giugno verranno ascoltati l’imputato e i testi della difesa prima di passare alla discussione.

2

Articoli rimanenti

Accesso illimitato a tutti i contenuti del sito

1€ al mese per 3 mesi

Attiva Ora

Sblocca l’accesso illimitato a tutti i contenuti del sito

I commenti dei lettori