Un viale intitolato ai soccorritori: l’omaggio di Longarone per il 60º del Vajont
Sarà individuato in zona fiera, la cerimonia l’8 ottobre. Attesa la presenza di Mattarella e di Roberta Metsola
frncesco dal mas
In occasione del 60° anniversario del Vajont non ci sarà, come nel 2013, un raduno dei soccorritori, ma sarà loro dedicato un viale, nei pressi della Fiera di Longarone.
«Lo abbiamo voluto proprio qui perché, in questo sito», spiega il sindaco Roberto Padrin, «iniziarono le operazioni di soccorso».
La cerimonia si svolgerà l’8 ottobre, alla vigilia, dunque, della commemorazione, alla presenza, molto probabile, del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e della presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, invitata a portare avanti quello che era un forte desiderio di David Sassoli.
Sempre alla vigilia, ma nel pomeriggio, sul cratere della diga, la fanfara della Cadore dedicherà un concerto in memoria delle vittime, a sostegno dei sopravvissuti ma anche per onorare i soccorritori. Un’anteprima di questa “partecipazione” il 13 maggio a Palmanova, dove la fanfara della brigata sarà protagonista di un pre concerto in occasione dell’adunata degli alpini. Si sa, d’altra parte, che nella sfilata di Udine gli alpini delle sezioni bellunesi dell’Ana faranno memoria del Vajont ricordando, tra l’altro, il contributo portato dalle penne nere della Cadore in quella notte del 9 ottobre 1963 e per le lunghe settimane successive. Ogni mercoledì i sindaci di Longarone, Ponte nelle Alpi, Erto e Casso e Vajont si danno appuntamento, per lo più in presenza, per aggiornare e perfezionare il programma di eventi e di iniziative.
Il tutto con il coordinamento della Fondazione Vajont.
«È già in corso», informa Padrin, «anche la raccolta di atti e testimonianze sulle numerose campagne di solidarietà, di raccolta aiuti che allora vennero promosse fin dalle prime ore dopo la tragedia. È un patrimonio di umanità e di generosità che non vorremmo andasse disperso. E il nostro proposito sarebbe di poter ringraziare quanti testimoniarono la loro vicinanza. Lo facciamo spesso, ogni anno, in tanti casi perdurano le relazioni. Ecco, vorremmo definire un quadro completo di chi in vario modo ci aiutò».
Tra le iniziative in programma anche una sorta di gemellaggio con le comunità interessate dal crollo della diga del Gleno, avvenuto cento anni fa. I tre sindaci coinvolti verranno sul Vajont e la visita verrà ricambiata in dicembre, in occasione del centenario della tragedia in Lombardia.
Intanto il parlamentare Marco Dreosto – che ha presentato anche una proposta di legge per far togliere la parola “incuria” dalla legge 101/2011 che istituisce la “Giornata nazionale in ricordo delle vittime dei disastri ambientali e industriali causati dall’incuria dell’uomo” , celebrata il 9 ottobre di ogni anno – si sta interessando al destino degli atti della commissione parlamentare e per i quali è decaduto il segreto.
«Ne ho parlato con il presidente del Senato», spiega Dreosto, «e dobbiamo formalizzare gli aspetti tecnici per valutare la fattibilità di uno spostamento a Belluno».
L’obiettivo, infatti, sarebbe spostare i faldoni all’archivio di Stato di Belluno, dove già sono custoditi di documenti relativi al processo. Documenti, testimonianze e perizie che sono stati protagonisti di una mostra in occasione del 50º anniversario della tragedia e che oggi, a pochi mesi dalle celebrazioni per il 60º, si spera di poter riunire con gli atti della commissione d’inchiesta.
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