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Mainardi: «Mauria? Cento milioni non bastano Le varianti alla 51 non finiranno entro il 2026»

L’ex Commissario per le grandi opere sui progetti in corso: «La Venezia-Monaco non ha chance. Io punto di più sullo sbocco ferroviario»

irene Aliprandi
2 minuti di lettura
çLavori in corso al passo della Mauria, sul confine regionale tra Veneto e Friuli Venezia Giulia 

Strade, ferrovie e autostrade restano tra i temi più gettonati in provincia e in questi giorni sono tornati alla ribalta sia il collegamento autostradale Venezia-Monaco che il tunnel sotto il Passo Mauria, resuscitato dal ministro Salvini a poche ore dalle elezioni in Friuli. Inoltre, rimane alta l’attenzione sull’avvio dei lavori per la galleria del Comelico e la definizione dei progetti delle opere in programma per le Olimpiadi del 2026 con le annunciate varianti all’Alemagna. A fare il punto della situazione è l’esperto in sistemi trasportistici ed ex commissario per le grandi opere, Bortolo Mainardi.

Architetto Mainardi, si torna a parlare del tunnel sotto il Passo Mauria.

«Più che mai oggi i Passi Dolomitici per me sono una specie di icona da salvaguardare e sostenere più che bypassare. Ho letto sulla stampa di uno studio di fattibilità per un tunnel di circa 4 km che mi riservo di vedere, ma il costo previsto di 100 milioni mi sembra sottostimato considerato che di recente ho coordinato la progettazione per un tracciato stradale con una galleria di circa 2km che costerà circa 160 milioni di euro. Per uno sbocco autostradale, da Commissario per le opere strategiche del Nord-Est nel 2004 proposi un protocollo poi controfirmato a Gorizia dall’allora ministro Lunardi assieme ai governatori Galan e Illy con l’indicazione del tracciato dalla A27 di Pian di Vedoia alla A23 di Tolmezzo, era ed è rimasta una idea».

Di recente è stata rilanciata anche l’idea dell’autostrada Venezia-Monaco.

«Del niente non parlo volentieri, non è realtà. Da più di 60 anni ciclicamente rimbalza sui media questa idea ormai datata e farlocca e che tale rimane, purtroppo o no, perché senza tracciati, senza progetto, senza nessuna chance di fattibilità. Rimane un po’ di malinconia nel sentire ancora rilanciare questa autostrada nel 2023, frutto di un provincialismo tanto illusorio quanto irrilevante».

L’idea di diventare un pezzo di corridoio verso l’Europa, però, è valida o no?

«L’unico sbocco trasportistico a Nord del Veneto attraverso il Bellunese che vedo possibile è solo quello ferroviario. Un tracciato che potrebbe essere considerato dalla UE come il supporto ai Corridoi Adriatico-Baltico e Palermo-Helsenki agganciando i binari da Calalzo a Sillian così cingendo un sistema nella Rete Europea TEN-T a nord con la linea trasversale Bressanone-Villach e a sud con quella Verona-Trieste».

Passiamo a progetti più concreti, come le opere da realizzare per l’appuntamento di Cortina 2026.

«Il Piano degli Interventi in funzione dei giochi olimpici e paralimpici, nel DPCM del settembre 2022, classifica le opere essenziali e indifferibili da finire entro dicembre 2025 e le opere essenziali costituenti sono l’eredità degli avvenimenti olimpionici. A Cortina entro i prossimi due anni e mezzo devono essere realizzati e collaudati il villaggio Olimpico con costi stimati di 47.827.000 euro, la pista di bob e slittino con costi stimati di 85.000.000 euro, la ristrutturazione del trampolino per 10.000.000 euro, lo stadio olimpico per 6.000.000 di euro e alcune dotazioni per la pista delle Tofane per 1.380.000 di euro».

E le opere essenziali?

«L’aggettivo confermerebbe che la loro realizzazione è fondamentale a prescindere dalle certezze su tempi e risorse, penso alle varianti di Longarone con costi previsti in 380 milioni di euro e di Cortina per 483.700.000 euro, con progetti in iter procedurale e con una copertura finanziaria mancante di circa 300 milioni di euro».

Pertanto queste varianti non saranno pronte per il 2026?

«Queste opere considerate essenziali dal governo sono previste con effetti durevoli per lo sviluppo e il rilancio del territorio anche per stralci funzionali. Considerata la loro consistenza è irrealistico pensarle pronte per il 2026».

Se le varianti all’Alemagna saranno pronte chissà quando, a Olimpiadi concluse, come si può garantire la loro effettiva costruzione?

«Noi bellunesi, dopo tante esperienze di progetti rimasti tali, dovremmo essere sempre accorti e vigili controllando e monitorando la documentazione ufficiale che confermi le garanzie su tempi e risorse delle opere da eseguire oltre qualsiasi governo».

Un’ultima questione: i lavori per la galleria del Comelico sembrano pronti a partire.

«La mia formazione tecnica mi porta a valutare i fatti non a commentare le notizie, un fatto innegabile è che questo tunnel di 4 km è giornalmente fruito e considerato in totale sicurezza perché, se così non fosse, il traffico sarebbe stato già vietato e i lavori annunciati per 65 milioni di euro sarebbero in pieno svolgimento da più di un anno».irene Aliprandi

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