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Don Rinaldo compie 90 anni: «A guidarmi nella vita è stata la fiducia nella gente»

Festa per l’ex parroco del Duomo e di Loreto. «Sono contento dell’affetto che mi arriva da così tanti amici e parenti»

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Don Rinando Sommacal al centro con tutti i parrocchiani, amici e parenti per i suoi 90 anni

 

La comunità parrocchiale di Loreto, insieme ai fedeli del Duomo, ad amici e parenti, ha voluto festeggiare mercoledì 26 aprile i 90 anni di don Rinaldo Sommacal.

L’ex arciprete, dopo aver concelebrato la messa delle 18 nella chiesa di Loreto, ha stretto mani e ricevuto segni di riconoscenza e gratitudine dai molti bellunesi arrivati per partecipare a una piccola ma sentita festicciola in suo onore. Tra i presenti anche l’attuale arciprete del Duomo, monsignor Attilio Zanderigo.

Sempre sorridente, don Rinaldo è stato molto contento di ricevere tanto affetto e amicizia. «Sono contento di vedere tante persone qui a festeggiarmi, E sono orgoglioso di avere parenti e amici che mi vogliono bene», ha detto.

Nato a Limana, a 13 anni era entrato in seminario a Feltre: «Prima non si poteva perché era stato occupato dai tedeschi», confessa il sacerdote. Parroco prima a Loreto poi arciprete del Duomo dal 1982 al 2016, con incarico di reggere anche Loreto, don Rinaldo è il cofondatore del Cantiere della Provvidenza, iniziativa che ha contribuito e contribuisce, da oltre un decennio, a dare lavoro alle persone più svantaggiate. «Il Cantiere nasce perché i più fortunati possano aiutare chi lo è meno, restituendo quanto hanno avuto lavorando», ci spiega.

Un po’ provato dal Covid che lo ha colpito durante la pandemia («ora mi trovo più povero fisicamente», ci dice), don Rinando non ha voluto abdicare in nessun caso al suo ruolo tanto che, malgrado l’età avanzata, continua a concelebrare la messa e a confessare. «A darmi una mano in tutti questi anni», ci dice, «è stata la fiducia che ho sempre riposto nelle persone e nella voglia di esserci per gli altri. Credo che dobbiamo essere disponibili sia quando ci sono le buone notizie che dobbiamo essere pronti a comunicare, sia quando ci sono quelle dolorose che dobbiamo sopportare». —

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