Cortina, ritardi al cantiere della pista Monti. La fine dei lavori slitta di un mese
A rallentare l’intervento la separazione dei materiali di scarto. E anche il Bob bar rischia di dover essere spostato
Marina Menardi
Scadrebbe venerdì il termine per la conclusione della demolizione controllata ( “strip out”) della pista da bob Eugenio Monti: ma i tempi previsti non saranno rispettati. Per concludere i lavori ci vorrà infatti ancora almeno un mese, e dunque si allungheranno ancora le tempistiche relative alla successiva costruzione della nuova pista per i Giochi 2026.
È questo infatti il primo lotto di interventi propedeutici all’avvio dei successivi lavori per la realizzazione del nuovo impianto che sarà adibito ad ospitare le discipline del bob, slittino e skeleton dei Giochi Milano Cortina 2026. Da un lato, la parte più imponente è stata fatta, vale a dire i due curvoni Bandion e Cristallo, che necessitavano di mezzi imponenti per la loro grande struttura. Oggi, al posto delle spettacolari curve che hanno fatto la storia della ormai ex “Eugenio Monti”, appare un cumulo di sassi e cemento frantumati dai potenti mezzi della ditta che si è giudicata l’appalto, la Noldem spa con sede a Torino, per un importo complessivo dei lavori (Iva compresa) di 2.215.817,68 euro.

Dalla ex curva Bandion, le ruspe sono ora al lavoro lungo il rettifilo Antelao, un lavoro molto più semplice e veloce, come spiegano i tecnici all’opera, così come quello per la più piccola curva Belvedere, oggi ancora in piedi. La parte finale del tracciato – attorno ai campi da tennis – non verrà invece toccata; e nemmeno la curva Antelao e le vecchie cabine di cronometraggio, che verranno restaurate per la memoria storica dell’impianto. La parte che ha rallentato i lavori tuttavia non è stata la demolizione, ma la separazione dei materiali di scarto che dovranno poi essere portati in discarica secondo una procedura differenziata.

«Prima si demolisce il cemento con la ruspa, poi la pinza passa e prima separa il ferro dal cemento, in seguito frantuma il cemento in pezzi; e poi noi dobbiamo procedere a separare tutto a mano i materiali di scarto: i tubi di plastica, il ferro, accatastandoli a lato della pista, dopodiché li mettiamo sui camion per trasportarli in discarica. Questo processo porta via molto tempo», spiegano i tecnici. Prima ancora di iniziare la demolizione, gli operai hanno provveduto a svuotare completamente il vecchio impianto di refrigerazione da eventuali residui di glicole attraverso delle pompe collegate ad autobotti che successivamente hanno portato via il liquido antigelo. Alcuni tubi del vecchio impianto in fase di demolizione, nella zona alta della pista, avevano un colore bluastro tipico della presenza di glicole, ma pare fosse solamente un colore di cui la plastica era impregnata da oramai troppi anni. Se il destino del Parco Avventura che si trova a ridosso del rettifilo Antelao della “Eugenio Monti” è già stato scritto, con il mancato rinnovo del contratto di affitto del terreno da parte del Comune, e che ha indotto il gestore Mirko Gardini a smontare in questi giorni le piazzole, le carrucole, i ponti sospesi, le funi e quant’altro per liberare il terreno e riconsegnarlo al Comune, a rischio è ora anche il futuro del Bob bar, attività che si trova nell’omonimo piazzale, a ridosso delle cabine di cronometraggio. In un primo momento il gestore Renzo Costantini era stato rassicurato dai tecnici della Regione che la sua attività non sarebbe stata toccata; ma un mesetto fa si è trovato invece di fronte a soluzioni diverse da quelle promesse, che prevedono lo spostamento del Bob bar in un luogo diverso da dove si trova ora, al momento non chiaro, che potrebbe però precludere il proseguimento dell’attività.
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