Ceramica Dolomite, «una sfida difficile che stiamo vincendo»
L’amministratore delegato Stefano Mele traccia il bilancio del primo anno di vita dell’azienda: pronte cinque nuove collezioni e assunti 62 nuovi dipendenti

Per il primo anno di vita della Ceramica Dolomite di Trichiana l'azienda ha aperto le sue porte
Un anno difficile, ma alla fine del quale si inizia a vedere la luce. Così si può sintetizzare il primo anno di vita della Ceramica Dolomite di Trichiana che oggi, sabato 20 maggio, ha aperto le porte ai lavoratori attuali e di un tempo, alle loro famiglie e all’intero territorio. Una giornata di festa in cui si è voluto mostrare i passi avanti fatti in questi 12 mesi.
«E’ una sfida che stiamo vincendo», ha riconosciuto l’amministratore delegato di Ceramica Dolomite, Stefano Mele, «è stato difficile trasformare uno stabilimento solo produttivo in una vera e propria azienda. Abbiamo dovuto metterci ex novo la parte amministrativa, commerciale, e fare investimenti. Sono 360 i dipendenti di cui oltre 60 assunti in questo primo anno di vita. Abbiamo fatto anche cospicui investimenti di circa 8 milioni e altri quattro li faremo il prossimo anno».
L’obiettivo della proprietà costituita dai quattro soci Banca Finint di Enrico Marchi, Delfin della famiglia Del Vecchio, Luigi Rossi Luciani Sapa di Luigi Rossi Luciani e Za-Fin di Bruno Zago è quella di chiudere il 2023 con 24 milioni di fatturato complessivo e una produzione di 300mila pezzi ceramici. Pezzi che vedranno l’uscita anche di cinque nuove collezioni che portano la firma del designer Nilo Gioacchini che saranno presentate ufficialmente alla fiera di Bologna del comparto che si terrà a settembre.
Alla cerimonia è arrivata anche l’assessore regionale Elena Donazzan, insieme a diversi sindaci del territorio.
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