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Belluno, sculacciata nel locale e costretta a fare sesso: denuncia il pizzaiolo

L’uomo a processo dopo la querela fatta da una cameriera. La dipendente non poteva opporsi: «Sai che faccio karate»

Gigi Sosso
1 minuto di lettura

“Sculacciate” in pizzeria. Violenze sessuali più pesanti sulla cameriera nell’appartamento e anche in auto. Un pizzaiolo di Belluno è finito a processo per violenza sessuale continuata nei confronti di una dipendente del locale, con la quale in un primo momento c’erano state reciproca fiducia e simpatia. Una donna che, secondo lui, non poteva ribellarsi e questo era dovuto a un motivo addirittura surreale: «Ti ricordo che io faccio karate» le avrebbe detto, in un momento d’intimità tutt’altro che consenziente. Insomma, non c’era proprio paragone sul piano della forza fisica.

Poche settimane e lei è andata a presentare una querela con l’avvocato di parte civile Mauro Gasperin, nella quale ha spiegato tutto quello che le sarebbe successo, durante un rapporto di lavoro finito prematuramente. Il racconto della ragazza sarebbe stato molto preciso e circostanziato, a cominciare da quando all’interno del locale l’uomo l’avrebbe più volte afferrata con forza per le braccia, dandole quelle che lei ha definito sculacciate. In altre parole, palpeggiamenti non graditi.

Probabile che la dipendente abbia sottovalutato questi primi approcci, di sicuro una sera è salita senza sospettare nulla nell’alloggio del pizzaiolo, dove a un certo punto sarebbe stata di nuovo presa prima per i polsi e poi per le braccia. Lui l’avrebbe bendata e, dopo qualche tenerezza, ci sarebbero stati due rapporti sessuali non consenzienti, con modalità diverse. Mentre le usava violenza, le avrebbe detto quella frase sulle arti marziali.

Peraltro già in precedenza l’uomo l’avrebbe violentata in macchina, approfittando del fatto che lei aveva bevuto parecchio e non era in grado di sottrarsi. Il 23 gennaio 2021 è andata al Comando provinciale dei Carabinieri a presentare la querela, che ha innescato il procedimento penale.

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