Parroci contro il festival celtico: «Inadatto a chi è cristiano»
Don Alessandro Coletti punta il dito sui “riti” previsti a Calalzo al laghetto delle Tose. Don Simone Ballis: ho invitato a fare attenzione, piuttosto celebriamo la famiglia
Gianluca De Rosa
«Vade retro, festival»: potrebbe essere riassunta così la “crociata anti pagana” firmata dal parroco di Valle, Venas e Cibiana, don Alessandro Coletti. Al centro della disputa è finita la terza edizione del Trumusio festival celtico, in programma sulle rive del laghetto delle Tose di Calalzo nel weekend dal 2 al 4 giugno.
Alcune delle iniziative inserite nel ricco programma non sono piaciute al parroco cadorino tanto che sulla pagina Facebook che raccoglie i fedeli delle tre parrocchie ha lanciato strali contro il festival.
«Leggo nell’elenco delle attività proposte iniziative incompatibili con l’essere cristiano», ha tuonato don Alessandro Coletti, «riti di purificazione, arte divinatoria, matrimoni e battesimi. Espressioni pericolose oltre che di cattivo gusto. Niente da dire se due pagani si sposassero con rito celtico, ma due cristiani sicuramente non possono. Non si scherza con i sacramenti. Noi cristiani il rito della purificazione ce l’abbiamo già, ed è la confessione.
Celebrando un battesimo celtico, nelle mani di chi mettiamo la nostra vita? Nel matrimonio cristiano gli sposi chiedono che il loro amore si raffini e si rafforzi passando attraverso il Signore: nel matrimonio celtico, gli sposi chiedono che il loro amore passi per dove e per chi? Mi dispiace se qualcuno si dovesse sentire offeso, non mi piace fare polemiche ma non si può sempre tacere, anche in virtù del ruolo che un parroco riveste all’interno della comunità».
«Sono certo che gli organizzatori e gli enti che hanno sostenuto e incoraggiato questo appuntamento siano in buona fede», ha sottolineato il sacerdote, «sono però altrettanto convinto che da eventi di questo tenore non possa venire fuori nulla di buono e me ne dispiaccio. Mi auguro che in futuro le manifestazioni pubbliche possano essere organizzate per creare unione e legami nei nostri paesi, non per creare schieramenti o malumori».
Le parole del parroco di Valle, Venas e Cibiana hanno trovato sostegno a stretto giro di posta da parte di un altro parroco molto attivo nella comunità cadorina, don Simone Ballis di Domegge.
«Una riflessione a proposito di queste iniziative l’ho già fatta sabato sera in chiesa ai miei parrocchiani invitandoli a prestare la massima attenzione», ha sottolineato don Simone, a sua volta attraverso i social, «per noi delle parrocchie di Calalzo, Domegge e Vallesella proprio quei giorni è prevista la festa delle famiglie. Una festa all’insegna della comunità, dell’amicizia e del sentirsi famiglia tra di noi. L’invito rivolto a tutti è quello di partecipare».
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