Ultime rifiniture a Palazzo Olivotto: chiavi agli inquilini entro settembre
Quasi pronto il restauro dello storifo edificio in piazza Duomo a Belluno. Ater punta a indire a breve il bando per l’assegnazione. Anche due negozi, oltre ai sei alloggi per giovani coppie
Paola Dall’Anese
Entro la fine di settembre saranno ultimati i lavori a palazzo Olivotto a Belluno. Se il cantiere andrà avanti senza intoppi per quel periodo potrebbero essere già assegnati gli alloggi ai nuovi inquilini. Oltre agli appartamenti saranno ricavati anche due negozi al piano terra: uno destinato al Comune e l’altro all’Ater.
Palazzo Olivotto
Queste sono le previsioni ottimistiche dell’Ater di Belluno per un intervento che ha incontrato non poche difficoltà, prima fra tutte la pandemia che ha rallentato di molto i lavori. L’opera, del valore di 780mila euro, era partita a ottobre del 2019 e i lavori avrebbero dovuto terminare entro 660 giorni. In mezzo, però, c’è stato il Covid che ha scombussolato i termini.

I sei alloggi, destinati a giovani coppie con contratto di affitto agevolato per attirare nuovi residenti nel cento storico, avrebbero dovuto essere consegnati prima nel luglio 2021, poi nell’estate 2022. Ora la speranza è che quella di settembre sia la data definitiva.
«Secondo quanto mi riferiscono gli uffici, il termine dei lavori è fissato per la fine di maggio, ma c’è la concessione di ulteriori sessanta giorni per il completamento di alcune finiture», precisa Ilenia Rento, presidente di Ater. «Mi spiego meglio: i pavimenti in legno non potevano essere posati a causa dell’elevata umidità; nel frattempo il Bim Gsp dovrà fare l’allacciamento all’acquedotto, motivo per il quale sul vicolo laterale non c’è ancora la pavimentazione. Facendo due conti, gli alloggi potranno essere pronti per la consegna a settembre, contando parallelamente di portare avanti anche il bando speciale per la loro assegnazione». A breve, come spiega la presidente, dovrebbero essere tolti anche i ponteggi della facciata principiale, mentre la ditta incaricata sta installando un ascensore.
Gli altri alloggi
L’Azienda per la residenza territoriale, che ha in capo 1.654 alloggi di edilizia residenziale pubblica (erp), 83 non Erp, ha 204 appartamenti ancora sfitti, secondo la rilevazione del dicembre 2022. Di questi 59 sono assegnabili e le persone sono già stata identificate, 30 sono ex Incis (Istituto nazionale per le case degli impiegati statali) e quindi destinati come riserva ai militari, 20 sono dislocati nella parte alta della provincia e non hanno una graduatoria perché nessuno li vuole: «Si tratta di appartamenti dislocati in zone poco attraenti, dove non ci sono servizi di trasporto», dice Rento.
A questi si aggiungono altri alloggi che dovranno essere manutenuti con fondi Pnrr: una trentina hanno bisogno di opere di recupero per oltre 50mila euro, mentre una cinquantina necessitano di un recupero da oltre 30mila euro.
La metà degli alloggi Ater si trova in zona sismica 1, ovvero con rischio elevato, il 45% è in zona sismica 2, il restante 5% in zona 3. «Si tratta di un aspetto che non possiamo sottovalutare. Durante ogni intervento, dobbiamo fare anche i lavori antisismici e per fare ciò è necessario trovare i finanziamenti», dice la presidente dell’Ater.
Per quel che riguarda la richiesta di appartamenti, la maggior parte arriva dalla Valbelluna: da Feltre a Borgo Valbelluna, fino a Longarone. Sono richieste che arrivano da chi ha trovato lavoro in queste zone, specie nell’occhialeria, persone in difficoltà perché non riescono a reperire un alloggio: «Credo che il problema dello spopolamento non si risolverà solo trovando casa a chi arriva qui, ma è una questione di servizi. Se non ci sono quelli fondamentali è dura far venire qui a lavorare le persone», conclude Rento.
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