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Le Guide alpine bellunesi lanciano l’allarme: “Troppi abusivi in montagna”

Appello del presidente veneto Geremia agli escursionisti: “Chiedete il tesserino, troppi rischi con chi non è preparato”

Francesco Dal Mas
2 minuti di lettura

Allarme del Collegio Veneto delle Guide alpine. «Con notevole incremento negli ultimi tempi, ci vengono segnalati casi di persone che senza nessun titolo o autorizzazione, quindi abusivi, svolgono l’attività di accompagnamento, dietro compenso, giocando sull’ignoranza in materia e sulla buona fede di molti frequentatori della montagna».

La denuncia è di Enrico Geremia, il presidente regionale delle Guide alpine. «Queste persone», avverte il Collegio, rivolto ai possibili clienti, «non sono autorizzate a svolgere queste attività, non possono offrirvi nessuna credenziale sul fatto che siano capaci di valutare rischi e pericoli, garantendo la responsabilità civile in caso di incidenti. Ogni volta che uscite con una guida è un vostro diritto chiedere il tesserino di appartenenza e controllare che siano iscritte all’albo professionale del collegio veneto».

In altre parole, il messaggio del collegio è che la sicurezza in montagna non passa di certo per l’abusivismo, comunque, l’improvvisazione. Il Club alpino italiano ed il Soccorso alpino lo ripetono ogni anno, all’arrivo dell’estate. Ma l’allarme questa volta lo rilancia, in forma grave, pressante, anche il collegio delle Guide. Che, anzi, sta formalizzando un’alleanza con lo stesso Cai.

«C’è un sommerso di accompagnatori, tutt’altro che “patentati”, che s’improvvisano prima docenti di corsi di formazione e poi loro stessi guide alpine o, appunto, accompagnatori di media montagna», protesta Geremia. La differenza? Una guida “patentata” lo diventa dopo aver partecipato a ben 95 giornate di formazione teorica e pratica, e con alle spalle un curriculum di uscite alpinistiche.

Ci sono associazioni improvvisate che organizzano tre weekend di teoria e accompagnamento in palestra e questa preparazione è sufficiente per fare l’istruttore. Renato Frigo, presidente del Cai Veneto, afferma che «questa procedura è intollerabile», perché è quanto di più pericoloso si possa immaginare per l’accompagnamento e l’assistenza in quota. Le guide accreditate (al collegio regionale) sono oggi 130. Gli accompagnatori di media montagna una settantina.

La preparazione è severa. E, in ogni caso, senza esperienza sul campo non si passa l’esame. La legge stabilisce che è guida alpina chi svolge professionalmente, anche in modo non esclusivo e non continuativo, l’accompagnamento di persone in ascensioni sia su roccia che su ghiaccio, in escursioni in montagn, in ascensioni sci-alpinistiche e in escursioni sciistiche; insegnamento delle tecniche alpinistiche e sci-alpinistiche con esclusione delle tecniche sciistiche su piste di discesa e di fondo. È invece accompagnatore di media montagna, secondo la legge, chi svolge professionalmente, anche in modo non esclusivo e non continuativo, l’attività di accompagnamento in escursioni su terreno montano, con l’esclusione delle zone rocciose, dei ghiacciai, dei terreni innevati e di tutti gli itinerari che richiedono per la progressione l’uso di tecniche e di materiali alpinistici ed illustra alle persone accompagnate le caratteristiche dell’ambiente montano percorso.

A sentire il presidente Geremia, se il tema della sicurezza è quello più pregnante, non meno preoccupante – per la categoria – è quello economico: gli abusivi hanno un costo che è pari alla metà, se non ancora più inferiore, a quello delle guide autorizzate. La domanda di assistenza è crescente. Dopo lo stop dettato dalla pandemia, le uscite sono in aumento, sia da parte degli italiani, ma anche degli stranieri. «Le più gettonate, per l’accompagnamento, sono le ferrate, poi le Alte Vie e, quindi, le scalate vere e proprie», spiega Geremia. «Italiani ma soprattutto stranieri vogliono quasi esclusivamente le Dolomiti, quindi le Tre Cime, le 5 Torri, le Tofane, oppure le vie attrezzate in Val Badia e in Val di Fassa. Si riesce soltanto con grande difficoltà a orientare la scelta sulle piccole Dolomiti, cioè sulle montagne di Belluno, di Feltre, dell’Agordino e dintorni».

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