Bimba nata morta a Belluno, escluse malformazioni. L’epidurale può aver nascosto la tragedia
La cicatrice del primo cesareo ha ceduto durante le contrazioni del travaglio. Indagati medico e due ostetriche
Gigi Sosso
L'ospedale San Martino di Belluno
La bambina era sana: nessuna malformazione evidente. È venuta alla luce morta, per la rottura dell’utero della mamma, sulla cicatrice del parto cesareo del novembre 2021. Un anno e mezzo fa. Sono le prime risultanze dell’autopsia eseguita lunedì pomeriggio, all’università di Padova dal medico legale Antonello Cirnelli, assistito dall’anatomopatologa Marny Fedrigo e del ginecologo Pantaleo Greco, oltre che dai consulenti nominati dalle parti. Novanta giorni di tempo per gli esami istologici e la consegna della perizia alla Procura della Repubblica.
Dopo la denuncia presentata dalla famiglia moldava residente a Sedico attraverso l’avvocato Anna Casciarri, il pubblico ministero Simone Marcon ha iscritto nel registro degli indagati un medico e due ostetriche per l’ipotesi di reato di omicidio colposo. Un ginecologo di notevole esperienza, che è stato anche primario all’ospedale di Vicenza e due dottoresse bellunesi, che sono difese dagli avvocati Ferdinando Coppa ed Erminio Mazzucco.
La donna aveva trascorso una gravidanza senza complicazioni e tutte le indagini diagnostiche, compresa l’ultima ecografia erano state positive. Non c’erano segnali che potessero far pensare alla tragedia, che si è consumata la mattina del 26 maggio, nel reparto di Ostetricia e ginecologia del San Martino. Non era passato molto tempo dalla prima maternità, ma ha firmato il consenso informato per il parto naturale. Nessun problema nemmeno durante il travaglio, grazie anche all’epidurale e alla somministrazione di ossitocina: da una parte l’anestesia per eliminare il dolore e dall’altra il farmaco che serve a stimolare le contrazioni.
Due fattori questi, che possono anche aver influito su quello che è accaduto, di fatto c’è stata un’improvvisa emorragia, secondo una prima ricostruzione quando ormai si era arrivati a un punto di non ritorno. Non era più possibile tornare indietro e provvedere a un altro cesareo. La cicatrice ha ceduto, l’utero si è rotto e la piccola non ce l’ha fatta: è stata estratta senza vita con l’aiuto della ventosa. L’Ulss 1 Dolomiti ha svolto un’indagine interna, senza ritenere di dover informare la magistratura dell’accaduto. È stata la coppia a presentare la denuncia e a innescare le indagini.
La donna è stata dimessa sabato scorso. Le sue condizioni fisiche sono migliorate, ma la sofferenza non può che essere anche psicologica. La salma della sua bimba dovrebbe tornare da Padova nelle prossime ore. Dopo il nulla osta, i funerali.
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