Bocciato il progetto del Centro caseario: le lavorazioni nell’ex base militare in Cansiglio
No della Soprintendenza a realizzare la nuova struttura. Gli allevatori freddi: «Così sarà più impattante»
Francesco Dal Mas
Il magazzino del Centro caseario del Cansiglio
Al rilancio l’altopiano del Cansiglio. Con nuovi investimenti dell’ente Veneto Agricoltura, ma anche da parte dei privati. E con i sindaci che fanno pressing.
La Soprintendenza blocca un progetto? Ecco che la fantasia partorisce la soluzione alternativa. E si va avanti. Perfino con l’ex Hotel San Marco, fermo da 30 anni. Dunque, la Soprintendenza non ha autorizzato Veneto Agricoltura a costruire il nuovo Centro caseario del Cansiglio in località Col Dar, all’ingresso dell’altopiano, dall’altra parte della strada rispetto alla Capanna Genziana.
Un insediamento agroindustriale, è la motivazione, non è previsto dallo strumento urbanistico condiviso dai Comuni trevigiani e bellunesi che s’intrecciano sull’altopiano. La struttura che dovrà servire per la lavorazione del latte biologico e la confezione dei tipici prodotti caseari del Cansiglio dovrà quindi essere trasferita all’interno dell’ex base militare, al centro della Piana, dove sono presenti già degli hangar utilizzati da Veneto Agricoltura.
Gli allevatori, riunitisi in assemblea l’altro pomeriggio, non hanno reagito positivamente alla notizia, perché il nuovo impianto risulterebbe di più grave impatto ambientale al centro della Piana, anziché quasi nascosto ai piedi del Col Dar.
Qui, infatti, esiste un fabbricato che si sviluppa su tre pani, realizzato a suo tempo per i servizi della pista di discesa. Si tratta di un immobile grande, di sicuro impatto, che sarebbe stato abbattuto, mentre il laboratorio lattiero caseario sarebbe stato costruito in parte interrato, in parte sotto il colle, in altra parte all’esterno, ma solo al piano terra e con vetrate che avrebbero dato la possibilità di osservare le lavorazioni all’interno.
Il tutto sarebbe stato coperto di vegetazione. Il progetto verrà dunque trasferito a circa un chilometro di distanza ma sarà inevitabilmente più visibile. La struttura sostituirà gli impianti già obsoleti di Tambre, dove si opera a singhiozzo, e di Valmenera.
Alla assemblea sono intervenuti anche il presidente del Veneto, Luca Zaia, con un messaggio corposo di forte sostegno alla particolare e qualificata attività biologica del Centro caseario, Veneto Agricoltura, e per le parti sindacali agricole Paolo Casagrande (di Anpa Liberi Agricoltori Veneto), Donazzolo (per Confagricoltura Belluno), Lorenzo Brugnera e Modesto De Cet (rispettivamente presidenti di Latteria Soligo e Latte Busche), nonché il direttore Walter Lucchetta di Arav, oltre ai rappresentanti delle amministrazioni comunali. Zaia ha raccomandato tempi celeri per la realizzazione del Centro caseario. Secondo il presidente, infatti, dovrà essere il motore del rilancio economico dell’altopiano, che, si sa, punta sul turismo slow, lento, naturalistico.
Ed ecco che, appena si entra sulla Piana, è già in corso il cantiere per attrezzare di nuovi servizi il ristorante Capanna Genziana, che Veneto Agricoltura ha dato in gestione ad alcuni giovani del posto. È andato deserto, invece, il bando per la riapertura del rifugio Sant’Osvaldo, che pertanto verrà ripresentato. Nel corso dell’estate rimarrà in servizio solo il chiosco esterno, gestito da Carlo Manfrenuzzi di Mareno.
Prime settimane di rinnovata gestione, invece, per il ristorante al Golf Club. Per quanto riguarda, invece, il vicino Hotel San Marco, ormai a rischio crollo, la Regione è intenzionata a concederlo in gestione per lunghi decenni (non è stato deciso ancora quanti) a chi s’impegnerà a rigenerarlo come albergo e centro benessere. La Regione ha ripetuto i bandi per vendere terreno e l’edificio irrimediabilmente da abbattere. Non ha trovato adesioni, seppur quasi svendendo il bene. Adesso, dunque, ha deciso di procedere con la concessione, come ha fatto con le altre proprietà del Cansiglio.
Esultano gli ambientalisti di Mountain Wilderness e dell’Ecoistituto: era proprio quello che loro desideravano.
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