“Clitennestra” vittima e carnefice, al Comunale di Belluno è il momento del mito
Sabato il Circolo Cultura e Stampa propone la figura epica “letta” da Anna Zago. Il monologo riscrive una storia di soprusi e tradimenti censurati dall’ufficialità
Ivan Ferigo
È il momento del salto nel mito, per la 46a stagione di prosa del Circolo Cultura e Stampa Bellunese. Sabato alle 20.45 sul palco del Comunale arriva “Clitennestra – I morsi della rabbia”. Un monologo, quello prodotto da Theama Teatro, nel quale l’autrice e attrice Anna Zago, diretta dalla regia di Piergiorgio Piccoli, riprende e riscrive questa figura dell’epica e della tragedia greca.
Secondo questo canone, Clitennestra è il prototipo dell’infamia femminile. Crudele, violenta, adultera, sanguinaria e assassina, l’incarnazione del male e di scelte scellerate. Per i Greci è una “kynopis”, una “faccia di cagna”, un vero e proprio mostro. Questo perché, pur agendo per vendicare la morte della figlia Ifigenia, agli occhi della tradizione ella non è anche una vittima, ma solo una carnefice. Viene vista come più grave la sua azione di uccidere a colpi di scure, con l’amante Egisto, il marito Agamennone e la di lui amante, la schiava Cassandra. Ma anche di un’altra storia racconterà Anna Zago: una vicenda a lungo taciuta, fatta di soprusi, attese e tradimenti che la narrazione ufficiale del mito ha spesso censurato.
La storia di questa Clitennestra, non tanto diversa dai numerosi casi di donne criminali dei nostri giorni, offre lo spunto ad importanti riflessioni sulla natura del diritto e della giustizia, sullo stupore come scoperta e come delusione, come improvvisa rivelazione della durezza della vita. La complessità e la modernità del personaggio sono innegabili: la sua inquietudine, la sua sete d’indipendenza, la sua determinazione, la sua tragicità. Clitennestra ha tradito, ma è stata tradita; ha ucciso il marito, che però a sua volta aveva ucciso e sacrificato la loro figlia alla dea Artemide, affinché questa facesse soffiare per la flotta greca venti favorevoli per salpare tranquilla verso Troia.
L’urlo di dolore, la rabbia sconfinata, la solitudine sofferta, l’infinito desiderio di vendetta, ci sono tutti nel potente monologo. Il verdetto è già scritto: nessuna possibilità di redenzione, Clitennestra è una donna non rieducabile.
Ma questo nuovo tribunale contemporaneo potrebbe – forse – giudicarla diversamente. Emarginata e confinata dal mito nel girone infernale di colpevoli e reietti, la Clitennestra di Anna Zago rovescia questo gioco, sfrutta la nostra necessità di sentir perdonate le nostre colpe attraverso lo specchio oscuro delle sue, per spiegarci cosa l’ha condotta nella gabbia di onta e disprezzo. Noi torniamo da Clitennestra per liberarci dal male; Clitennestra viene a noi e ci chiede, a sua volta, di liberarla. In questo feroce e disperato rapporto, c’è tutto il senso sacro del teatro.
Biglietti – platea e galleria centrale 35 euro, galleria laterale 28, loggione centrale 18, loggione laterale 12 – acquistabili online dal sito del Circolo, o in sede. Sabato il botteghino del Comunale sarà aperto da un’ora prima dell’alzata di sipario. Per info: 0437 948911, info@ccsb.it, www.circoloculturaestampabellunese.it.
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