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Spesa: italiani disposti a pagare di più se la confezione è anti-spreco

Il 56% degli intervistati, secondo i dati di Waste Watcher, si dice pronto a spendere per un prodotto più caro, se il packaging garantisce il riutilizzo per evitare lo spreco del cibo

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IL 56% dei consumatori italiani è disposto a "pagare di più per imballaggi che aumentino la probabilità di utilizzo del prodotto", per contenere lo spreco di cibo. E il 64% preferisce le confezioni piccole. Questi dati emergono dall'indagine sullo spreco alimentare dell'Osservatorio nazionale Waste Watcher (Last Minute Market / Swg) con l'Istituto Italiano Imballaggio, presentata nel corso dell'evento "Alimentare la Salute" promosso da Enpam, l'ente previdenziale dei medici, a Roma.

L'indagine rileva che è sempre la grande distribuzione a tenere banco, per il 90% dei consumatori. La spesa è quotidiana oppure si rinnova ogni 2/3 giorni (69%), e solo il 27% degli italiani pratica la grande spesa settimanale. Per prevenire lo spreco che colpisce le confezioni grandi, che rimangono aperte più tempo, la maggioranza degli italiani preferisce confezioni piccole (64%). Plebiscitaria, infine, l'attenzione alla data di scadenza nelle etichette (91%).

"È una visione a 360 gradi dello spreco alimentare - ribadisce Barbara Degani, sottosegretario all'ambiente - che ha una dimensione enorme, come ci ha detto la Fao nel 2011, per cui è stato fondamentale capire cosa accadesse a casa del consumatore proprio per meglio indirizzare le politiche anti spreco". "Importante - conclude - è anche capire il costo dello spreco che spesso non viene calcolato e su cui abbiamo lavorato". Andrea Segrè, fondatore di Last Minute Market, dal canto suo ribadisce infine che negli italiani "aumenta la percezione dello spreco, per cui si deve intervenire con la prevenzione".