In evidenza
Sezioni
Magazine
Annunci
Quotidiani GNN
Comuni

Clima, in una "carota" da record 120 mila anni di ghiaccio artico

Uno studio paleoclimatico del Cnr su una carota lunga 584 metri, estratta nel 2015 in Groenlandia, indica che l'estensione media di ghiaccio marino artico presente negli ultimi 11 mila anni è stata inferiore a qualsiasi altro periodo. L'evoluzione climatica basata sull'analisi dei sali marini

2 minuti di lettura
Il carotatore con un pezzo di carota appena estratta dal ghiacciaio (Cnr-Isp)
Il carotatore con un pezzo di carota appena estratta dal ghiacciaio (Cnr-Isp) 
Centoventimila anni di storia del ghiaccio marini "scritti" in una carota di ghiaccio lunga 584 metri.  lunga 584 metri, è stata estratta nel 2015 da un ghiacciaio situato sulla costa Est della Groenlandia. Uno studio dell'Istituto di scienze polari del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Isp) pubblicato su Climate of the Past ha prodotto il primo paleorecord di ghiaccio marino nel Nord Atlantico che ha consentito di scoprirne l’evoluzione durante le variazioni climatiche degli ultimi 120 mila anni: dalle fasi finali dell’era interglaciale precedente, l’Emiano, a tutta l’ultima era glaciale, fino all’attuale periodo interglaciale, l’Olocene. La ricerca è stato portato avanti nell’ambito di un progetto Erc europeo, "ice2ice", a cui il Cnr ha partecipato sia nelle operazioni di carotaggio sia nelle fasi successive di misure chimiche e analisi dati.
Il buco nel ghiaccio lungo 584 metri da cui è stata estratta la carota nel 2015 (Cnr-Isp)
Il buco nel ghiaccio lungo 584 metri da cui è stata estratta la carota nel 2015 (Cnr-Isp)
 

"I risultati mostrano che l’estensione media di ghiaccio marino presente durante gli ultimi 11 mila anni dell’Olocene, è stata inferiore a qualsiasi altro periodo precedente degli ultimi 120 mila. Il record mostra anche che il periodo di massima estensione e spessore del ghiaccio si verificò circa 20 mila anni fa, durante l’ultimo massimo glaciale. Il ghiaccio iniziò poi a sciogliersi circa 17,5 mila anni fa, in concomitanza con molti altri cambiamenti climatici avvenuti durante la deglaciazione che portò allo stato interglaciale attuale", spiega Niccolo Maffezzoli, ricercatore del Cnr-Isp e autore della ricerca.
Maffezzoli dietro a un pezzo di ghiaccio vecchio di qualche decina di migliaia anni fa (Credits: Cnr-Isp)
Maffezzoli dietro a un pezzo di ghiaccio vecchio di qualche decina di migliaia anni fa (Credits: Cnr-Isp)
 

Il ghiaccio che si forma dal congelamento dell’acqua di mare in inverno è una variabile climatica fondamentale, profondamente coinvolta nei processi che legano l’atmosfera, gli oceani e la biosfera. "È un parametro molto sensibile ai cambiamenti climatici: ne è prova la contrazione a cui stiamo assistendo nell’oceano artico negli ultimi decenni, a causa del riscaldamento antropico che influenza le temperature dell’aria soprattutto a queste latitudini", prosegue Maffezzoli. "Le osservazioni satellitari in Artico sono disponibili dagli scorsi anni '80 e i modelli climatici prevedono un Oceano Artico libero dai ghiacci in estate nel giro di qualche decennio".
Il team di ricercatori con l'ultimo pezzo di carota estratta (Cnr-Isp)
Il team di ricercatori con l'ultimo pezzo di carota estratta (Cnr-Isp)
 

Dal punto di vista paleoclimatico, il ghiaccio marino è un parametro molto difficile da ricostruire: "Il bromo e il sodio, gli elementi contenuti nelle particelle di sale che vengono utilizzati come traccianti per la per la sua ricostruzione, realizzata attraverso carotaggi di ghiaccio, lasciano infatti una traccia chimica che è mascherata dalla sorgente principale di questi sali, il mare aperto. Le nostre analisi chimiche eseguite con spettroscopia di massa hanno quantificato bromo, sodio e altri elementi intrappolati nella matrice di ghiaccio a fino a livelli del ppt (una parte per trilione)", conclude Maffezzoli.

"Il nostro studio usa un marcatore di utilizzo recente nello studio delle carote di ghiaccio, il rapporto bromo-sodio, sul quale vi sono ancora da chiarire alcuni aspetti: ma le prove a suo sostegno, non ultime il confronto con le ricostruzioni ricavate dalle carote di sedimenti dei fondali oceanici, inducono a proseguire la ricerca in questa direzione. Attendiamo con ansia di poter misurare la carota che verrà estratta dalla calotta antartica nel progetto Beyond-Epica, che si stima possa coprire l’ultimo milione e mezzo di storia climatica della Terra".