
"Abbiamo osservato alla fine di marzo 2020 una diminuzione dell'ozono di circa il 90% a 18 chilometri di quota. Un valore - rileva Rex - che non avevamo mai visto prima al Polo Nord". Secondo gli esperti, questa falla nell'Artico, data la sua collocazione, non è pericolosa per la salute degli esseri umani, ed è destinata a ricomporsi nel giro di poche settimane.
Lo strato di ozono si estende nella stratosfera, all'incirca tra 10 e 50 chilometri, e protegge dalle radiazioni ultraviolette. Per tutelarlo, nel 1987 è stato firmato il Protocollo di Montreal per ridurre progressivamente l'uso dei gas che distruggono l'ozono, i cosiddetti clorofluorocarburi (Cfc). Senza questo protocollo, precisano gli esperti, la situazione sarebbe peggiore, anche se ci vorranno decenni prima che questi gas scompaiano del tutto dall'atmosfera.