
Gli studiosi hanno tenuto conto di 40 diversi modelli climatici per valutare la futura evoluzione della copertura di ghiaccio marino in Artico in uno scenario con elevate emissioni future di CO2 e scarsa protezione del clima.
"Come prevedevamo, le simulazioni hanno mostrato uno scioglimento totale del ghiaccio durante le estati. Secondo le nostre analisi, una riduzione delle emissioni e il mantenimento del riscaldamento globale al di sotto dei 2°C rispetto ai livelli preindustriali provocherebbero comunque la scomparsa della copertura glaciale in Artico, e questo ci ha davvero sorpresi", spiega Notz.
"Il Polo Nord è attualmente coperto da ghiaccio marino tutto l'anno, durante l'estate l'area ghiacciata diminuisce e in inverno aumenta, ma negli ultimi decenni, a causa dei cambiamenti climatici, lo scioglimento estivo ha provocato perdite molto più ingenti, il che ha provocato una riduzione dell'area ghiacciata complessiva. Questo influisce sull'ecosistema e sul clima in Artico, compromettendo l'habitat di orsi polari e foche", prosegue l'esperto, aggiungendo che la frequenza con cui l'Artico perderà la copertura di ghiaccio dipenderà in futuro dalle emissioni di CO2.
"Se riuscissimo a ridurre rapidamente e drasticamente la produzione di anidride carbonica, le estati completamente senza ghiaccio si verificherebbero solo occasionalmente, invece di diventare la norma. Dobbiamo assolutamente salvaguardare il pianeta", conclude Notz.