Fiumi di miele in pieno centro. Secondo una ricerca condotta dall'Università di Bristol e pubblicata sul Journal of Ecology, gli orti domestici delle città rappresentano la principale 'tavola calda' di cibo per gli insetti impollinatori come api e vespe. I dati rivelano che il nettare prodotto nelle aree urbane proviene per l'85% proprio dai giardini delle zone residenziali. La qual cosa indica che tra un tetto e l'altro si lavora parecchio.

Sos insetti: otto modi per aiutarli
Molte popolazioni di insetti nel mondo stanno già calando dell'1-2% all'anno a causa dei cambiamenti climatici e ambientali prodotti dalle attività umane. L'allarme arriva da Pnas, attraverso i dati raccolti da 12 studi firmati da 56 ricercatori che spiegano anche come possiamo fare per salvare la biodiversità. Leggi l'articolo
L'esperimento nel Regno Unito. La ricerca, condotta in collaborazione con le università di Edimburgo e la Royal Horticultural Society, ha esaminato la produzione di nettare in quattro principali città del Regno Unito: Bristol, Edimburgo, Leeds e Reading. L'esperimento è stato eseguito su circa 200 specie di piante, estraendo il nettare da più di 3.000 singoli fiori. Con l'ausilio di un sottile tubo di vetro, gli scienziati hanno estratto il nettare per poi misurarne la concentrazione di zucchero tramite il rifrattometro, un dispositivo che misura quanta luce si rifrange al suo passaggio attraverso una soluzione chimica. Tew e i suoi colleghi sono così giunti alla conclusione che il nettare reperito nei fiori dei giardini urbani proviene da una maggiore varietà di piante rispetto a quella registrata sui terreni agricoli e persino nelle riserve naturali. E che quasi un terzo del territorio delle aree cittadine (29%) comprende orti urbani. Dagli animali all'uomo, la ricerca dell'Università di Bristol riscopre anche la centralità della figura del giardiniere, che diventa custode della conservazione degli insetti impollinatori.
Una Biblioteca degli Alberi tra i grattacieli
Siamo nel cuore di Milano, a Porta Nuova, dove una mappa verde si estende tra i grattacieli nati negli ultimi anni. E' il BAM, Biblioteca degli Alberi di Milano, che con i suoi 10 ettari e la sua straordinaria collezione botanica ha riportato la natura in città. Lo ha fatto in due modi, da una parte come polmone verde in grado di catturare CO2 e di offrire spazio all'aperto ai cittadini, dall'altro come giardino contemporaneo, teatro di un ricco palinsesto culturale. Terzo parco pubblico della città per dimensioni, - l'unico privo di recinzioni - che connette il tessuto urbano circostante, BAM è uno spazio pensato per tutti, nato dall'ispirazione di esempi internazionali come l’High Line e il Bryant Park di New York, 'inseguendo' i 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Onu, declinati su quattro filoni: #openairculture, #nature, #wellness, #education. LEGGI L'ARTICOLO
“Senza giardini – conferma Tew – in città si troverebbe molto meno cibo per api, vespe, farfalle, falene, mosche, coleotteri. È dunque fondamentale che i progetti delle nuove abitazioni includano spazi verdi. Così come è importante, per i giardinieri, assicurarsi che i loro giardini possano offrire il miglior habitat possibile per i nostri piccoli amici”.

La ricetta per conseguire questo obiettivo la danno gli stessi studiosi inglesi. Anzitutto occorre piantare fiori ricchi di nettare e assicurarsi che sia presente sempre qualche specie in fioritura dall'inizio della primavera al tardo autunno. Meglio poi sarebbe falciare il prato a scadenze prolungate per favorire la crescita di denti di leone, trifogli, margherite e di altre piante utili agli impollinatori. Rigorosamente vietati i pesticidi.
