I due più grandi parchi agro-fotovoltaici italiani saranno in funzione in Sicilia dal 1 aprile 2022, nei comuni di Mazara del Vallo e Paternò e occuperanno oltre 190 ettari. Gli innovativi pannelli che cattureranno l’energia solare, opportunamente distanziati tra di loro e trasparenti, consentiranno la coltivazione di mandorli, olivi, colture aromatiche, officinali e foraggere, negli stessi terreni dedicati alla produzione di energia.
I pannelli fotovoltaici sono di ultima generazione e prevedono una tecnologia innovativa bifacciale: anche il lato B contribuirà alla produzione, sfruttando la luce riflessa dalla superficie del terreno, con un’efficienza superiore del 20% rispetto al fotovoltaico tradizionale. Per seguire il sole nel suo arco quotidiano i pannelli saranno montati su inseguitori mono assiali, come enormi girasoli tecnologici. L’utilizzo di elementi di taglia grande consentirà inoltre di ridurre la superficie occupata, favorendo l’abbinamento tra la produzione di energia elettrica e le coltivazioni agricole.

“Il primo cantiere è partito da due settimane e il secondo sarà avviato a giugno”, dice Samuel Renard, direttore dell’area energie rinnovabili di Engie Italia, la multinazionale che ha ideato il progetto innovativo. L’energia prodotta alimenterà le sedi di Amazon, che assorbiranno l’80% della produzione. Il 20% rimanente sarà immesso in rete e utilizzato da circa 20 mila utenze residenziali. “Una partnership, quella con Amazon, che ci ha consentito di realizzare qualcosa che in Italia ancora non esisteva – continua Renard –. Abbiamo stipulato un contratto di fornitura pluriennale, che ci permette di costruire gli impianti senza incentivi statali e di riuscire a stabilizzare il prezzo dell’energia da rinnovabili”. I finanziamenti per realizzare i due parchi sono garantiti da BNP Paribas, Cassa Depositi e Prestiti e Société Générale. L’investimento supera i 120 milioni di euro.
I progetti siciliani si inseriscono nella strategia globale di Engie, che nel 2020 ha prodotto da eolico e fotovoltaico (solo in Italia) 500MW di energia (erano 160MW due anni prima). L’obiettivo per il 2025 è di raggiungere 1,2GW, contribuendo fattivamente al Piano energia e clima 2030 per la decarbonizzazione del nostro Paese. “A livello globale”, afferma Damien Térouanne, ceo di Engie Italia, “entro il 2022, perseguendo concretamente la decarbonizzazione, intendiamo aumentare di un terzo la nostra quota di rinnovabili, da 3 a 4GW”. I due progetti agro-fotovoltaici si aggiungeranno ai 23 impianti di energia rinnovabile in Italia dell’azienda francese, dislocati in Sicilia, Molise, Umbria, Lombardia, Basilicata, Puglia, Calabria e Campania.

Amazon, il partner commerciale di Engie nell’avventura siciliana, è il maggior acquirente di energia rinnovabile al mondo. Giorgio Busnelli (Amazon Italia) ribadisce l’impegno attivo della sua azienda contro i cambiamenti climatici e fornisce alcuni dati che sintetizzano le dimensioni del colosso della distribuzione: “acquistiamo 8,5GW di energia rinnovabile, siamo impegnati in 206 progetti solari ed eolici. Crediamo nella mobilita sostenibile: abbiamo ordinato 100 mila veicoli elettrici e i primi stanno già circolando negli Stati Uniti. In Italia puntiamo anche su biciclette e Apecar elettriche”. Il lavoro sul packaging ha portato in pochi anni a “ridurre di un terzo il peso degli imballaggi, l’equivalente di 2 miliardi di scatole in meno”. I due impianti siciliani contribuiranno al raggiungimento dell’obiettivo Amazon: 100% del business con energia pulita entro il 2025.

“L’iniziativa di Engie e Amazon è un’occasione per la Sicilia e per tutto il Mezzogiorno”, dichiara la ministra per il Sud Mara Carfagna. “Il governo intende investire nelle regioni meridionali del Paese, nel settore produttivo ma anche in ricerca e formazione, dalle scuole alle università, per rafforzare la cultura di uno sviluppo in armonia con l’ambiente”. Anche il presidente della Regione siciliana Nello Musumeci plaude all’iniziativa privata e manifesta la volontà “dell’isola e del governo regionale di costituire un punto di riferimento importante nella politica mediterranea di transizione ecologica”. In particolare Musumeci riconosce come “continuare a coltivare i campi nei quali si produce energia sia l’unico modo di contrastare l’abbandono dei terreni, la desertificazione che avanza, il dissesto idrogeologico”.