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(foto: Ian Joughin/University of Washington)
(foto: Ian Joughin/University of Washington) 

Pine Island si sbriciola. Così i ghiacciai dell'Antartide rischiano il collasso, sempre più rapido

Una nuova ricerca mostra l'accelerazione negli ultimi quattro anni dei processi che potrebbero portare il ghiacciaio di Pine Island e del vicino Thwaites a riversare tonnellate di ghiaccio in mare e innalzare i livelli degli oceani

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La piattaforma di ghiaccio antartico che di fatto trattiene Pine Island e Thwaites è come un contrafforte curvo di una chiesa, come fosse la struttura che permette alla cattedrale di Notre Dame di reggersi in piedi, spiegano con un esempio gli esperti. Ma questa piattaforma si sta  assottigliando negli ultimi tre quattro anni più velocemente: sono decenni che diminuisce, ma adesso grazie ad analisi e nuove immagini satellitari i ricercatori sostengono che questo processo dal 2017 al 2020 si stia facendo più rapido e drammatico. Le correnti di acqua più calda contribuiscono infatti a sciogliere o assottigliare quelle piattaforme galleggianti che fanno da cuscinetto, che trattengono la massa più grande dei ghiacciai. Indebolendo queste piattaforme il collasso potrebbe dunque avvenire prima.
 

Antartide: Pine Island, il timelapse del ghiacciaio che si sbriciola


"Potremmo non avere il lusso di aspettare lenti cambiamenti su Pine Island. Le cose potrebbero effettivamente andare molto più velocemente del previsto" ha spiegato l'autore principale della ricerca,  Ian Joughin, glaciologo dell'University of Washington, Applied Physics Laboratory. "I processi finora studiati in questa regione stavano portando a un collasso irreversibile, ma a un ritmo abbastanza misurato. Le cose però potrebbero essere molto più brusche e veloci se perdiamo il resto di quella piattaforma di ghiaccio".

Secondo le previsioni degli esperti, Pine Island contiene circa 180 trilioni di tonnellate di ghiaccio, che se rilasciate in mare si tradurrebbero nell'innalzamento globale degli oceani di circa 0.5 metri. Allo stesso tempo, se Pine Island e il vicino Thwaites accelerassero nel loro processo di degrado, collassando e fluendo nell'oceano, potrebbero sconvolgere gli equilibri dell'Antartide occidentale e innalzare i livello dei mari di diversi metri nel corso dei secoli.

A preoccupare è oggi soprattutto la velocità di questi processi. Per vent'anni lo scioglimento delle piattaforme, dagli anni Novanta al 2009,  ha accelerato muovendosi verso il mare da 2,5 chilometri l'anno a 4 chilometri, poi la velocità si è stabilizzata per poco meno di un decennio. Ora è ripresa e accelera. Dal 2017 al 2020 la piattaforma di ghiaccio di Pine Island ha infatti perso un quinto della sua area e secondo l'osservazione delle immagini satellitari di Copernicus Sentinel-1 gestite dall’Agenzia spaziale europea (Esa), gli esperti sostengono che la piattaforma di ghiaccio si stia lacerando soprattutto in alcuni punti particolari.

"I recenti cambiamenti di velocità non sono dovuti all'assottigliamento dovuto allo scioglimento ma sono invece dovuti alla perdita della parte esterna della piattaforma di ghiaccio" ha spiegato Joughin. "L'accelerazione del ghiacciaio non è ancora catastrofica a questo punto. Ma se il resto di quella piattaforma di ghiaccio si rompe e se ne va, allora questo ghiacciaio potrebbe accelerare parecchio".

Ci sono diversi fattori che potrebbero incidere o meno su questo processo, come la pendenza, le temperature, le correnti, però la maggior parte dei ricercatori concorda nel fatto che Pine Island ha gli anni contati: si parla di uno o due decenni e un suo futuro collasso porterà ad una generale instabilità dell'Antartide occidentale con risvolti drammatici per le coste di tutto il Pianeta.

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