In evidenza
Sezioni
Magazine
Annunci
Quotidiani GNN
Comuni
Sentinelle del clima

Il potere nascosto dei vulcani

Il vulcano Merapi, in Indonesia (foto: Agung Supriyanto/Afp via Getty Images)
Il vulcano Merapi, in Indonesia (foto: Agung Supriyanto/Afp via Getty Images) 
Possono distruggere le forme di vita ma la loro attività fu alla base della formazione dell'atmosfera sulla Terra. L'importanza per l'ambiente
2 minuti di lettura

Le sentinelle di questo mese sono ben note a tutti, anche se forse non lo è il collegamento tra questi giganti e il clima. Stiamo parlando dei vulcani. Sono definiti come aperture naturali della crosta terrestre attraverso le quali il magma fuoriesce in superficie sotto forma di lava, di eruzioni piroclastiche o di emanazioni gassose.


Possono essere classificati in base al tipo di apparato esterno in quattro categorie.
1) A scudo presentano fianchi con pendenza moderata, e sono formati dall'eruzione di lava basaltica fluida.
2) A cono si formano quando le lave sono acide. In tal caso il magma è molto viscoso e solidifica velocemente una volta fuori.
3) I lineari sono la tipologia di vulcano che si forma lungo i punti in cui due placche tettoniche si allontanano l'una dall'altra.
4) Il sottomarino è costituito da una singola spaccatura della crosta oceanica dalla quale fuoriescono magma e gas.


I vulcani non portano solo distruzione ed è proprio grazie a loro che l'atmosfera si è formata sul nostro pianeta ai suoi albori. Gas quali anidride carbonica e anidride solforosa e vapore acqueo rilasciati dai vulcani hanno, infatti, formato l'atmosfera primitiva della Terra. Quando, poi, la temperatura si è abbassata, il vapore acqueo è condensato generando la pioggia che, a sua volta, ha permesso la formazione delle acque terrestri. Questo ha gettato le basi per la nascita della vita sulla Terra.


Le grandi eruzioni vulcaniche influenzano il clima anche immettendo enormi quantità di aerosol (particelle estremamente sottili) nella stratosfera, causando una diminuzione della temperatura media sulla superficie terrestre. Viste le dimensioni minuscole delle polveri e la volatilità dei gas, questi rimangono nella circolazione atmosferica per un lungo periodo, finendo per interessare l'intero Pianeta.

Per esempio, l'eruzione del Monte Pinatubo del 1991 causò un abbassamento della temperatura media fino a mezzo grado centigrado a causa delle polveri e gas che impedirono la radiazione solare di raggiungere il nostro pianeta. L'eruzione del Tambora (Indonesia, 1815), immise nell'atmosfera una quantità di ceneri tale da causare la completa oscurità per 3 giorni per un raggio di 500 km intorno al vulcano. La permanenza delle particelle di cenere e gas  causò l'abbassamento della temperatura media mondiale di più di un grado con enormi danni per l'agricoltura: il 1816 fu l'anno della grande carestia.

Se da un lato l'effetto delle polveri e gas è quello di raffreddare il pianeta, è anche vero che il 60% dei gas emessi da un vulcano è costituito da vapore acqueo, oltre che da CO2. Entrambi questi gas "serra" tendono a intrappolare il calore della terra, di fatto promuovendone il riscaldamento. C'è ancora molto lavoro da fare per conoscere meglio questi giganti. Studi recenti hanno trovato una correlazione tra grandi eruzioni e la riduzione del buco dell'ozono; nuovi vulcani sono stati scoperti da poco sui fondali dell'oceano Artico e non si sa ancora bene quanto gas i vulcani rilascino attraverso le fenditure laterali. Un fatto è certo: i vulcani sono giganti che hanno il potere di costruire e distruggere la vita sul nostro pianeta anche attraverso l'influenza che hanno sul nostro clima attraverso le emissioni di gas e polveri sottili.